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s u l l e   R o v i n e   d i   R o m a. 315

Hoc cantans prisco prædixit carmine Vates:
Roma, tibi subito motibus ibit amor.
Non, si te Petri meritum Paulique foveret,
Tempore jam longo Roma misella fores.
Manciribus subjecta jacens macularis iniquis
Inclyta quæ fueras nobilitate nitens, &c.

In sì misere circostanze dovettero i Sommi Pontefici incaricarsi di governare quella città come loro residenza, e accorrere ai privati, e pubblici bisogni in quella guisa, che prima aveva operato s. Gregorio il Grande. A leggere Anastasio nelle vite di quelli, che vissero nel secolo settimo, e nell’ottavo, vediamo, ch’essi elevarono molte nuove chiese, e molte delle vecchie cadute, o rovinose le restaurarono, e le accrebbero nella forma, che oggidì ancora in parte conservano; e fra gli altri Onorio I. fabbricò la chiesa de’ Ss. Quattro Coronati, e quella di s. Pancrazio1, san Leone II. nell’anno 6S3. quella di s. Giorgio in Velabro2, Gregorio III. sondò il monistero di s. Grisogono in Trastevere3. Una delle principali loro premure fu di restaurare, e rifare in gran parte le mura della città per difenderla da qualunque improviso assalto de’ Longobardi. Sisinnio, che fu Papa nell’anno 708., ordinò a tal effetto delle fornaci di calce4. Lo stesso fece s. Gregorio II., che tenne la sede di Pietro dall’anno 714. all’anno 731. cominciando a restaurare le mura dalla porta di s. Lorenzo5; e il di lui successore Gregorio III. ne restaurò gran parte, somministrando

le spese per gli operaj, e per la compra della calce6. E’ naturale di credere, che per tante fabbriche pub-


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  1. Nella di lui vita, sect. 120. pag. 121.
  2. sect. 149. pag. 142.
  3. Nella vita di Stefano III. o IV., sect. 262. pag. 218.
  4. Anastasio nella di lui vita, sect. 169. pag. 158.
  5. Anastasio parimente nella di lui vita, sect. 177. pag. 163., Frodoardo parimente nella di lui vita, pag. 569. presso i Padri Benedettini, e presso il citato Muratori col. 67.
  6. Anastasio sect. 202. pag. 180.