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sull’Architettura, degli Antichi. 3

ri, che hanno data la detenzione del regno di Napoli, con egual brevità ne hanno parlato. Si è cominciato a discorrerne da dieci anni a quella parte, dopo che alcuni Inglesi andarono a visitarle. Il sig. conte Gazola piacentino, comandante dell’artiglieria del re delle due Sicilie, ha fatto disegnare con molta diligenza quattr’anni sono gli edifizj di Pesto, che al presente s’incidono in rame1. Nel 1756. il barone Antonini (ora in età d’anni 78., fratello dell’autore dell’eccellente dizionario italiano e francese in due volumi in 4°.) pubblicò in Napoli una descrizione della Lucania2; ed erasi proposto di parlare delle rovine di Pesto, che si trovano in quelle parti. Si era portato a tale effetto più volte sulla faccia del luogo, com’egli stesso mi ha detto, possedendovi alcuni beni; ma le notizie, che aveva scritte, erano sì mal digerite, e confuse, che i fogli, che le contenevano, dovettero essere ristampati; e il signor marchese Galiani napolitano dovette dargli una certa direzione intorno alla maniera da contenerli. Nulladimeno vi è restato un grande abbaglio, pretendendovi!!, che la città di Pesto avesse una forma circolare, quando anzi è tutto all’opposto; perocchè il recinto delle mura forma un quadrato perfetto3.

    pag. 1255., e Introd. in univ. geogr. lib. 3. cap. 30.

  1. A questo solo conte Gazola devesi la gloria di aver messe in vista al mondo letterario le antichità di Pesto. Molto prima di quello, che suppone qui l’Autore, aveva incominciato a lavorarvi quell’insigne amatore delle belle arti. Il Mazochi, il quale stampò nel 1754. le sue osservazioni sopra Pesto in appendice alla sua esposizione delle Tavole Eracleensi, pag. 499. promise sin d’allora i disegni dal medesimo fatti fare. Veggasi il ch. Padre Paoli, che gli ha pubblicati ultimamente colle sue dotte dissertazioni, delle quali molto ci gioveremo in appresso, alla dissertazione 1. n. 1. e segg. Dal signor Major fu data a luce un’opera intorno alle medesime antichità in lingua inglese, e contemporaneamente in francese, in Londra nel 1768. in foglio; ma le misure, e proporzioni delle fabbriche sono generalmente molto diverse dal vero, e difettose per altri riguardi; siccome poco appaganti ne sono le spiegazioni. Vedi anche la prima nota dell’Editore Francese alle Osservazioni del nostro Autore sul tempio di Girgenti, che si aggiungono quì appresso in fine delle Osservazioni sull’Architettura.
  2. L’opera dell’Antonini fu stampata nel 1745. colle stampe del Gessari. E’ vero che l’accrebbe di molte parti nel 1756.; ma senza variar data. Quanto all’età sua, ei nacque alli 4. di gennajo del 1683;. Ved. Soria Mem. storico-crit. degli scritt. napol. Tom. I. pag. 42.
  3. La forma della città di Pesto se non è rotonda, non può dirsi neppur quadrata. Veggasene la figura, che diamo appresso Tav. I.

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