Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
186 | L e t t e r a |
si pubblicherà, nel commendarla. Essi lo faranno per fondo di scienza, approvando le scoperte e la dottrina, io per effetto d’ammirazione, godendo della gloria, che ne risulterà al nobilissimo autore, e de’ vantaggi, che ne proverranno alla società dall’avanzamento, e perfezione di quest’arte.
§. 47. E qui ritorno, eruditissimo signor Abate, a quel primo argomento, che mosse voi ad interrogarmi, ed obbligò me a rispondere. Dopo tutto il già detto potrà mai persuaderci il signor le Roy, che in Grecia si trovassero tempj di prima ed originale invenzione? Se i due da esso nominati ivi esistono, in luogo di esser antichi saranno sempre posteriori all’epoca della rinovazione delle arti in Grecia, e perciò alla già stabilità Architettura in tante altre parti del mondo; e vantando anche in quest’epoca qualche sorta d’antichità, non saranno lavori greci, ma copie male intese del fabbricare etrusco. Se di ciò resterete persuaso, gradirò, e non poco, di aver arrolato un uomo assai rispettabile per la sua intelligenza sotto l’insegna della mia opinione: che se poi continuerete nella vecchia, e volgare credenza, che tutta quell’arte colle sue invenzioni debbasi a’ Greci, io continuerò ciò non ostante nella medesima stima pel vostro sapere, e nella stessa osservanza, ed amicizia per la vostra persona; ben consapevole, che in materia di scienza, e dottrina non sono poi così facili gli uomini a rinunziare alle proprie opinioni, onde diceva bene Marziale1:
- Aurum, & opes, & rura frequens donabit amicus:
- Qui velit ingenio cedere, rarus erit.
- Aurum, & opes, & rura frequens donabit amicus:
LET- |
- ↑ Epigramm. lib. 8. epigr. 18. in fine.