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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. 183

da un architetto e pittore abbastanza celebre per le opere, che ha lasciate in varie città d’Italia, qual fu Gian Battista Natali piacentino1. Sì prese il carico di misurare il piantato, e tutte le parti il signor Sabbatini architetto allora di Carlo III. re delle due Sicilie, ed ora nel medesimo servizio presso la stetta Maestà Sua divenuta monarca delle Spagne. In seguito dovendoli riscontrare le misure, vi furono impiegati i signori Magri Gaetano ed Antonio piacentini, il primo attuale pittore di Sua Maestà Siciliana, e professore il secondo d’Architettura; il signor Tommaso Rajola ingegnere della stessa Real Corte, il signor Nicole francese, ed altri. Che se vennero fatte posteriormente delle variazioni da me indicate nell’opera2, ciò avvenne, perchè nelle replicate osservazioni, che vi feci io stesso, accompagnato da quelli ultimi professori, potei scoprire quelle diversità, che erano sfuggite nelle prime diligenze; non essendovi per avventura occhio più accurato nell’osservare i monumenti, quanto quello di chi deve scriverci sopra, e renderne conto. Or se le Tavole, che sono sotto gli occhi del pubblico corrispondono agli originali, chi potrà mai esaminandoli attentamente riconoscerli per un lavoro di rozzi e principianti architetti?

§. 4§. Ma io non voglio perdere interamente di vista le fabbriche ancora di Pozzuolo, e delle vicine città esistenti nel seno di Cuma. Se fra quelle ve ne sono di più recenti, e che inoltrano i tempi del rinovato impero romano, non ne mancano di antiche, e che possono considerarsi de’ primi anni della repubblica. Tale nelle Tavole, che io pubblicai spiegando tutti que’ grandiosi edifizj3, ripu-

  1. Un ristretto della sua vita si legge nell’opera Antiquit. Puteol., Cumis, Baj. ec. explic. fol. 16. ad Tabul. 68.
  2. Pæsti rudera, dissert, 4. n, 4. 5., & n. 24., dissert. 5. n. 15. 16.
  3. Antiquit. Puteol., Cumis, Bajis existentis. Neap. 1768.

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