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servazione sulle prime fabbriche di pietra fatte da’ Greci, e che per esser un’imitazione del sapere di altri popoli, avevano quell’indole atlantica sin qui descritta. Il più antico, e più maestoso lor tempio fu quello di Giove Olimpico, incominciato da Pisistrato un secolo innanzi che fiorisse Pericle. Di esso che ce ne dicono gli scrittori? Aristotele lo porta in esempio1 unitamente colle piramidi d’Egitto, e con i colossi di Cipselo; e Dicearco scrive che a vederlo non recava diletto, ma stupore2. Plinio più chiaramente scrive che aveva colonne non per splendidezza ed eleganza, non ancora usata da’ Greci, ma per la sola stabilità3.

§. 38. Uno studio ben singolare fecero poi i Greci per ornare la colonna nel suo basamento, e nella sua sommità; onde nacquero tutti que’ membri, che compongono la lor base, ed il loro capitello. Le prime idee della base come si manifestassero, non viene spiegato che molto diversamente dagli eruditi4. Io parimente mi avanzai a darne una spiegazione diversa e nuova, e lascerò che della mia, e delle anteriori ne giudichi chi ha buona intelligenza e di questa professione, e dell’istoria. Quello che di nuovo asserisco si è, che l’invenzione della base non l’ignoravano i vecchi Etruschi, e che l’usarono, quando però conveniva, e non era incomoda, nelle loro fabbriche, e l’usavano in una maniera ragionata, e forse molto più propria di quello, che veggasi nelle capricciose greche maniere. Potrà


Y 2 riscon-


  1. De Republ. lib. 5. cap. 11. op. Tom. iiI. pag. 545.; Hujus rei exemplum præbent pyramides, qui, sunt in Ægypto, & Cypselidarum colossi, & ædes Jovis Olympii a Pisistratidis ædificata.
  2. Dicæarch. in descript. Græc. ubi de Athenis: Olympii Jovis fanum.... structuræ delineatione stuporem incutiens.
  3. lib. 36. cap. 6. sect. j.: Columnis demum utebantur in templis, non lautitiæ causa, nondum enim ista intelligebantur, sed quia firmiores aliter statui non poterant; sic est inchoatum Athenis templum Jovis Olympii.
  4. Alberti, Barbaro, Filandrio, Scamozzi, Palladio, riportati dall’Algarotti, che riprovare le opinioni loro espone la sua, Oper. Tom. VII. pag. 200., e Saggio d’Architettura., Tom. iiI. pag. 71. ediz. di Cremona.