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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. | 161 |
za de’ sacri libri. Da questi risappiamo, che a’ tempi di Mosè si fabbricava in Egitto1 con pietre ripulite, e si ricava dalla proibizione, che a lui ne fu fatta, come si disse. Nè può dubitarsi, che si lavorarle dagli Egiziani anche con mattoni. Gli Ebrei poi usarono poco dopo pietre tagliate, lisciate, lustrate2. Molto innanzi Giacobbe eresse delle pietre in memoria di singolari avvenimenti3; ed Abramo ed Isacco avevano inalzati degli altari4.
§. 31. Ma l’argomento più convincente dell’antichità di fabbricare colle pietre, non può meglio provarsi, che dall’antica invenzione de’ mattoni, mentre e questa e l’uso de’ medesimi dovette essere necessariamente posteriore. E’ cosa troppo nota, che divenuti schiavi d’Egitto i figli d’Israello furono impiegati in quello vile, e travaglioso lavoro. Poco dopo all’età di Giacobbe era pertanto in uso quello materiale, e servivansi del medesimo per le fabbriche minori. Si è creduta cosa ben ingegnosa il ritrovamento di tal arte. Io però credo, che gli antichi avranno impiegato quel molto talento, che aveano, in altre scoperte; giacchè per trovar quella ce ne voleva assai poco. Che il fango indurito al sole prendesse consistenza, e che una pietra caduta in mezzo a lui, quando era liquido, vi restasse inceppata, allorchè rassodavasi, erano due cose, che non ci voleva molta perspicacità per osservarle. Quindi ed il far de’ muri legando le pietre col fango, e l’indurar la terra con un elemento, che agisse più efficacemente del sole, cuocendola al fuoco, sembravano cose di assai facile ritrovamento. Ecco pertanto l’origine, ed i progressi dell’Architettura. Le spelonche naturali insegnarono a farne delle artificiali. Gli uomini vedendoli ben custoditi e dalle in-
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