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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. | 157 |
parlando di quelle di Omero, non esservene cioè alcuna, che non si appoggi fu qualche fondamento di verità, noi troveremo che la comune antica idea si fu, che i primi uomini abitassero nelle spelonche. E’ nota abbastanza la favola de’ Cimmerj, esistenti in Grecia, ed in Italia, che descrita da Omero1 ci fa vedere un’intera città dentro le viscere d’un monte. I Ciclopi, sotto il qual nome ci vengono dipinti i popoli più antichi, abitavano, scrive Omero stesso2, nelle orride spelonche. Nulla dico della celebre abitazione delle Ninfe situata, ai dir del medesimo, dentro il cavo monte, ove fu telari di pietra lavoravano le purpuree tele3. Nulla vi è finalmente nell’antichità allorchè si tratta di Eroi, o come li dicevano, di Semidei, di più frequente quanto il farceli vedere o educati, o abitanti nelle caverne. Pindaro4 fa educare Giasone, ed Esculapio dentro una casa di sasso, Strabone vi fa nascere5 Dardano. Pausania6 vuole, che in una grotta abitasse la Ninfa madre di Pirro, ed in un’altra componesse il suo maraviglioso poema Omero; per tacere delle grandiose abitazioni, che al dir d’Erodoto eransi scavate sotto terra e Nitocri7, e Zamolsi8, che saranno in parte esagerate, ma che mostrano cosa pensassero gli antichi delle prime case degli uomini, e da qual fonte nascessero le invenzioni favolose della frequente discesa degli Eroi all’inferno, cioè sotto terra.
§. 28. Nè diversamente ci vien raccontato dalla storia. Gli Etiopi avevano, secondo Erodoto9, quella sorte di abitazione. Narra Strabone10 che le intere popolazioni de’ Tarati, Soffinati, Balari, Aconiti facevano loro dimora nelle
spe- |
- ↑ Odyss. lib. 11. vers. 14., Strabo lib. 5. pag. 374.
- ↑ ibid. lib. 9. vers. 86. seqq.
- ↑ ibid. lib. 13. vers. 103.
- ↑ Nem. od. 3. vers. 94.
- ↑ lib. 8. pag. 532. C.
- ↑ lib. 7. cap. 5. pag. 535. lin. 27. Vide etiam lib. 9. cap. 39. pag. 784.
- ↑ lib. 2. cap. 100. pag. 148.
- ↑ lib. 4. cap. 95. pag. 324.
- ↑ lib. 1. cap. 97. pag. 247.
- ↑ lib. 3. pag. 344.