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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. 155

i principj, e dà i fondamenti dell’arte, che doveano consistere nel trovar materiali adattati, maniera d’unirli, mezzi per fortificarli, acciò producessero con ripari e difesa non meno laterale, che superiore, i divisati vantaggi. Ciò fatto, farà stata una cura molto posteriore quella di pensare ad abbellirli.

§. 26. Nel ricercar quell’origine io non intendo di sottoporre ad esame i tempi antediluviani, ne’ quali certamente si unirono società di uomini, e si formarono città; non i tempi avanti la dispersione delle genti, ne’ quali pure è credibile, che si averle cognizione di molte arti, e specialmente dell’architettonica; sapendosi il temerario: di quegli uomini nel costruire la torre Babelica. Sono quelle troppo remote età, son tempi per noi troppo oscuri, e siamo abbandonati da ogni storia per parlarne con qualche fondamento. Succeduta la dispersione delle genti, io mi uniformo al sentimento universale, che le arti cioè andassero in una luttuosa dimenticanza. La necessità di sboscare le varie parti della terra per la sua desolazione resa inabitabile; la sollecitudine di procacciarsi il vitto, bisogno quotidiano, e molto più necessario dell’abitazione; l’impegno di combattere, ed estirpare le fiere moltiplicate all’eccesso, fecer sì, che que’ primi abitanti delle spopolate provincie fossero anzichè bravi artisti, ottimi bifolchi, ed assidui cacciatori; e quindi si perdettero quelle prime semplici arti, che somministrano gli strumenti necessarj per dar soccorso alle più composte. Un’idea di questi primi tempi dell’uman genere dispero, non ancor giunto a fissare una determinati fede, e dell’infelice suo stato ce la danno i selvaggi, che al presente ancora vivono nelle regioni da noi più remote. Toccava all’uomo industrioso ragionatore a procacciarli i comodi dopo aver proveduto alla necessità, ed a portarli di poi fin


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