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impegno di sostenere, che l’Architettura sia nata in Grecia, noi ne riporteremo un altro, rispetto al quale non può la cronologia soffrire alcuna critica.

§. 20. Tutta la ragione, che mosse quel dotto scrittore a progettare diverse età, ed assegnarle all’ordine dorico, nacque dall’aver trovato que’ due tempj uno colla colonna di circa quattro diametri, l’altro coll’altezza di quattro e mezzo al più. Quelle basse proporzioni ferirono la sua fantasia, le giudicò stravaganti, e non più vedute; onde credette d’esser arrivato alla culla dell’Architettura, e trovata l’arte di fresco nata e bambina. E tale farà stata di que’ tempi nella Grecia; ma in altre parti la medesima, e colle stesse corte proporzioni era adulta, anzi vecchia. Parlandoci le Sacre Carte delle colonne esistenti nel tempio di Salomone, di due di esse ne danno le proporzioni. Dicono che avevano per altezza diciotto cubiti1, e che la circonferenza loro era di cubiti dodici. Aggiunge Flavio Giuseppe2, che erano scanalate, con incavi larghi quattro dita. Preso dunque da questa circonferenza il diametro, farà stato di cubiti quattro, che paragonati a diciotto danno un’altezza di quattro diametri e mezzo. Ecco le colonne basse mille anni avanti l’era volgare, e cinque secoli e più avanti la guerra del Peloponneso, e prima che cominciassero sotto Pericle a fiorire le arti in Grecia; ed ecco l’origine di quel basso, pesante, e durevole edificare, che nato in Oriente, e nelle parti meridionali fu adottato da’ Tirreni, e conservato per del tempo fu appreso anche da’ Greci; ma presto lo alleggerirono i Dori, indi lo nobilitarono gli Jonj, ed i Corintj. Le due fabbriche adunque vedute dall’autore, che mi ha dato motivo di scrivere, se pure esistono, quali ce le rappresenta,


se


  1. Reg. ib. 3. cap. 7. vers. 15., Jerem. cap. 52. vers. 21.
  2. Antiquit. Judaic. lib. 8. cap. 3. n. 4.