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s u l l’ A r c h i t e t t u r a. | 145 |
benchè ancor quelli fossero senza ciò, molto prima de’ Greci, ammaestrati nel fabbricare. Se vanta finalmente la Grecia un antico architetto qual fu Reco, ed i suoi figli, sappiamo da Diodoro[1], che questi era stato ad apprender l’arte in Egitto. Ma che diremo del tempio di Salomone per artifizio e grandezza sì rinomato e sorprendente?[2] che delle colonne di marmo, che erano in uso a’ tempi di Assuero, e se ne parla nel libro di Ester?[3] degli archi nominati ne’ libri de’ Re[4], e ne’ Sapienziali[5], cioè al tempo di Salomone? che finalmente delle pietre tagliate, ripulite, e lisciate per uso di fabbriche sino dall’età di Mosè?[6] Non son tutti quelli monumenti d’istoria, che ci mostrano aver fiorita l’arte di fabbricare secoli e secoli avanti, che i Greci incominciassero a metter pietra sopra pietra per uscir da quelle grotte, o capanne, dentro le quali ce li descrive il loro celebre storico Tucidide[7] innanzi al tempo della guerra del Peloponneso?
§. 15. Ma io già mi trovo d’aver fatto il paragone dell’età, nella quale incominciarono a fabbricare i Greci con quella, che aveva grandiose fabbriche in mostra, e da più tempo esistenti, inalzate dagli Etruschi; e però basterebbe quel tanto che ho detto nella mia opera di Pesto[8] per rispondere al signor le Roy, e per convincerlo non esser nata in Grecia l’invenzione dell’Architettura, ma la sua bellezza soltanto, e la sua eleganza. In fatti io mi lusingo di aver fatto vedere, che quando i primi Greci Focesi vennero in Italia, non solo i Tirreni erano vecchi architetti; ma i Pestani stessi furono nello stato d’insegnare a’ nuovi
Tom. III. | T | abi- |
- ↑ Diodor. apud Euseb. De præpar. evang. lib. 10. cap. 8. pag. 482.
- ↑ Regum lib. 3. cap. 6. & seq.
- ↑ Esther cap. 1. v. 6. Vide etiam Cant. Canticor. cap. 5. vers. 15.
- ↑ Reg. lib. 1. cap. 15. vers. 12.
- ↑ Proverb. cap. 20. vers. 26.
- ↑ Exod. cap. 20. v. 25., Deuter. cap. 10. vers. 1. 3.
- ↑ Vide Pæsti rudera, dissert. 3. num. 7. & seq.
- ↑ loc. cit. num. 5. & seq.