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giti erano all’avvedutezza dell’insigne autore, e quindi accrescerle ancora, e con sagge riflessioni, e con nuovi monumenti illustrarle. Nell’osservare quella vostra lodevolissima fatica, non ho potuto far a meno di non ammirare la vostra sofferenza, e la vostra precisione in tante correzioni di testi malamente citati, o per rispetto allo scrittore, al quale attribuivansi, o per riguardo al luogo, che veniva indicato. Ho rilevata con mio sommo piacere la vostra accortezza nel sottomettere a nuovo esame i monumenti dall’autore riportati, per vedere se nella forma, nella politura, nelle misure corrispondevano a quanto il medesimo con troppa fretta, e forse con qualche accensione di fantasia aveva osservato, emendando ogni piccola alterazione, ovveramente asseguandone la varietà. Ma sopra tutto sembrate mi sono opportunissime, e per qualche bontà usata verso di me, direi ancora essermi state di compiacenza, le varie aggiunte, che vi avete fatte, sì di monumenti, come di osservazioni, molto giudiziose, ed assai bene all’argomento adattate; rendendo in cotal guisa più utile quell’opera, e per tanti riflessi più stimabile.

§. 2. In questo nobile impegno, in cui vi siete posto non bisognoso nè di lumi, nè di ajuto per gloriosamente riuscirne, non saprei se debba attribuirlo a troppa amicizia, che avete per me, o più veramente a virtuosa modestia, e ritenutezza verso di voi medesimo, quell’avermi quali chiamato a parte delle vostre erudite osservazioni, obbligandomi ad esporre il mio sentimento intorno a qualche assertiva del Winkelmann sull’antica Architettura, e riguardo principalmente alle fabbriche della nobilissima città di Pesto, delle quali esso in più luoghi ragiona. Qualunque sia il motivo, che a ciò vi ha indotto, conosco, che per ogn’altra domanda avrei potuto facilmente scusarmi, e ritrarmene, fuor che per


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