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Ornatissimo Signor Abate.


Non potea avvenir cosa più favorevole al genio brillante di questo secolo, dottamente impegnato nella ricerca dell’antichità, e nell’avanzamento delle belle arti quanto il vedere comparir alla luce le opere dell’erudito Winkelmann. I lumi, che quell’insigne uomo aveva acquistati colla lettura de’ più celebri autori greci e latini.; le osservazioni da lui fatte sopra tanti pezzi di antichità o trascurati per l’addietro, o nuovamente discoperti; e tutte quelle riflessioni, che nel confrontare le autorità degli antichi co’ più vecchi monumenti, erano presentate alla sua perspicacia, mercè uno spirito vivo, penetrante, considerato, erano cose tutte, che meritavano la pubblica luce, acciò servissero d’istruzione alla posterità, e di guida a coloro, che vanno in traccia dell’origine, de’ progressi, dell’utilità, che hanno le arti più nobili, per quindi sempre più perfezionarle, ed abbellirle. Ma siccome la debolezza dell’umano intelletto, ed i corti limitati suoi sforzi non giungono mai a quella perfezione, che nelle opere dell’uomo possiamo bensì deliberare, ma non mai ottenere; così era ben anche desiderabile, che le fatiche di un tanto autore comparissero una volta al pubblico ripurgate da quelle negligenze e difetti, che sempre accompagnano le grand’imprese, e che sembrano un’ordinaria mancanza de’ talenti troppo fervidi, e non lentamente riflessivi.

§. 1. Dovevasi pertanto un’altra fortuna al genio di questo secolo, genio animatore delle belle arti, che le opere cioè dell’illustre Winkelmann si rendessero più accurate per divenir alla repubblica letteraria più utili, e più gradite; e tal vantaggio glielo avete procurato voi, ornatissaimo signor abate, tostochè avete intrapreso il dotto malagevole impegno di correggere quelle inavvertenze, que’ difetti, che sfug-


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