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OSSERVAZIONI


SULL’ARCHITETTURA


DELL’ANTICO TEMPIO DI GIRGENTI IN SICILIA.


Queste Osservazioni non sembreranno certamente inutili a quelli, cui è nota la grand’opera del P. Pancrazi sulle Antichità della Sicilia; giacchè quello scrittore non entra, per così dire, in alcun dettaglio sull’Architettura di quel tempio, e degli altri edifizj, de’ quali ha date le Tavole. Gli uomini dotti non amano di allontanarti da quella strada, che sonosi prefissa. Quindi è che il signor canonico Mazochi, uomo dei più dotti de’ nostri tempi, nella sua erudita dissertazione sulla città di Pesto, che trovasi unita alla di lui spiegazione delle Tavole Eracleensi1, passa del tutto sotto silenzio, come se non vi fosse mai stato, il tempio di Pesto, del quale parlerò io qui di passaggio2.

§. 1. Il P. Pancrazi dell’ordine de’ Teatini vive ancora attualmente (nel 1759.) in Cortona sua patria, fuori del suo ordine, e ritirato dal mondo a motivo di essere quasi rimbambito per non aver potuto arrivare a far le spese, che richiedeva la sua opera; essendosi trovato deluso delle speranze, che avea sondate principalmente sulla generosità degl’Inglesi, a’ quali avea dedicate le Tavole; perchè non ben conoscendo la nazione Britannica, egli avea creduta una cosa stessa l’idea, che se ne era formata, e la liberalità, che ne aspettava3.

$. 2. Siccome il suo progetto era di fare un’opera considerabile, fece stampare intiere le lettere di Falaride, ch’ei prese per fondamento della storia della città di Akragas, detta


O 2 dai


  1. Vedi qui avanti pag. 3. not. a.
  2. Vedasi la prefazione del nostro Autore alle Osservazioni sull’Architettura qui avanti.
  3. È poi morto in Firenze alli 15. di luglio 1760. Vezzosi I scritt. Teatini, par. 2. pag. 153.