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98 O s s e r v a z i o n i

rati erano quelli, che il console romano Mummio fece attaccare al fregio del tempio dorico di Giove in Elide1. Le armi che il poeta Alceo abbandonò fuggendo, e che gli Ateniesi appesero al tempio di Pallade nel promontorio Sigeo2, erano probabilmente collocate al luogo stesso del cornicione. Nel primo passo addotto di Pausania il traduttore latino, ed altri hanno letto capitello in luogo di fregio, o di cornicione, contro il vero senso della parola ἐπιστύλιον, la quale sebbene spieghisi per una parte del cornicione3, che va da una colonna all’altra; pure quì, come in altri luoghi, viene adoperata a significare l’intiero cornicione, oppure il fregio in particolare4. Il fregio del tempio d’Elide è detto per circolocuzione ἡ ὑπὲρ τῶν κιόνων περιθεούσης ζώνη, cioè la fascia, che gira intorno all’edifizio sopra, le colonne5. In un altro passo, ove questo stesso scrittore parla del lavoro fatto sul fregio del tempio di Giunone vicino a Micene, lo descrive ὁπόσα δὲ ὑπὲρ τοὺς κίονάς ἐστιν εἰργασμένα, ciò che è lavorato a rilievo sulle colonie6. Altri scrittori hanno dato al fregio il nome di διάζωσμα 7. Domenichi, traduttore italiano di Plutarco, ha pure spiegato ἐπιστύλιον per capitello nel luogo, ove lo scrittore greco parla del tempio, che Pericle fece alzare in Eleusi8. Comun-


que


  1. Paus. l. 5. c. 10. pag. 399. princ. [Vedi Tom. iI. pag. 288. not. b.
  2. Herodot. lib. 5. cap. 95. pag. 425.
  3. Vitruv. lib. 4. cap. 3.
  4. Vitruvio lib. 1. cap. 2., lib. 3. cap. 1., lib. 10. cap. 6., come ivi nota bene anche Galiani pag. 18. n. 2., p. 100. n. 1., p. 308. n. 1. lo prende per tutto il cornicione; ma nel lib. 6. cap. 5. lo prende per l’architrave, come si usa generalmente secondo che nota lo stesso Galiani ai luoghi citati. Non so chi l’adopri in senso di fregio; nè può provarsi, che sia Pausania, nei luoghi addotti da Winkelmann.
  5. Paus. loc. cit.
  6. lib. 2. cap. 17. pag. 148. princ.
  7. Athen. lib. 5. cap. 9. pag. 205. C.
  8. Domenichi Le vite di Plutarco, ec, in Pericle, par. 1. pag. 238. G. Plutarco in questo luogo, dell’edizione greco-latina, pag. 159. in fine, per epistilio deve intendere sicuramente architrave, soggiungendo che sopra di esso Xipezio vi pose il διάζωμα o come legge il Costantini nel suo lessico, διάζωσμα, cioè il fregio, che così forse era chiamato solamente quello dell’ordine ionico, e corintio, il quale non avendo triglifi, né metope, rassomigliava; ad una fascia,detta dai Greci ζώνη, e διάζωμα: e perciò sarà probabilmente stata di uno di questi ordini la fabbrica nominata da Plutarco. Il fregio dell’ordine dorico era nominato in greco τριγλύφος triglifo. Almeno così lo chiamano Euripide in Oreste, vers. 1372.