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sull’Architettura degli Antichi. | 97 |
in seguito fu chiuso quello spazio, che si chiama metopa, si pensò a mettervi qualche ornato. Questo deve la sua origine agli scudi, coi quali si decorava il fregio, e che si sospendevano verosimilmente alle metope1. Furono sospesi degli scudi d’oro al tempio d’Apollo a Delfo, fatti colle spoglie dei Persiani dopo la battaglia di Maratona2; e do-
Tom. III. | N | rati |
- ↑ Credo che l’origine di quell’ornato sia più semplice, e più antica. Nacque certamente dall’usanza di appendere alla porta della casa, o in altra parte di essa visibile al pubblico, come un segnale di gloria, e trofeo, qualche simbolo delle bravure, o azioni gloriose del padrone di essa. Nel principio probabilmente sono state le teste, pelli, corna, o altre parti delle fiere prese alla caccia; usanza, che ci confermano tutti gli antichi scrittori, molti de’ quali sono riportati dallo Spanhemio nelle note a Callimaco Hymn. in Dian. vers. 104. pag. 205., dal Casaubono nelle note a Strabone l. 4. p. 302. Tom. I., da Wesselingio a Diodoro Siculo lib. 4. §. 22. p. 268. Tom. I., e dal Sagittario De Jan. vet. cap. 29. In appresso vi si faranno attaccate le spoglie dei nemici vinti, fra le quali era la più distinta lo scudo, di cui dai soldati li dovea far più conto, che delle altre armi, secondo che osserva Massieu Dissert. sur les boucl. votifs, Acad. des Inscr. Tom. I. Mém. p. 177. segg., e più diffusamente il traduttor fiorentino dei Caratteri di Teofrasto Tom. IV. cap. 25. 71. 6. pag. 228. seg. Gli antichi Galli, o Celti, al riferire di Diodoro, e Strabone ai luoghi citati, usavano conficcare sulla porta di casa le teste dei loro nemici. Anche gli ambiziosi di bagattelle, come scrive Teofrasto cap. 21., quando aveano fatto un sagrifizio d’un bove, ne affiggeano dirimpetto all’ingresso della loro casa la pelle della testa attorniata di gran corone. Alle case private si faranno dipoi sostituiti i tempj per mettere in mostra que’ trofei, come luoghi pubblici, e in allertato di ripeterli la vittoria dagli dei; e come insegna dei sagrifizj, che vi si facevano, vi si faranno attaccate le teste, o pelli dei bovi. Quando siano state affisse tali cose alle metope, io noi saprei dire. Non trovo altra autorità, che possa dar lume, se non che Euripide, il quale scrive in Bacch. vers. 1210. segg., che Agave regina di Tebe chiamò il suo figlio Penteo per dirgli, che attaccasse ai triglifi della sua casa, ossia regia di Cadmo suo marito, una testa di leone, che ella aveva ucciso colle sue proprie mani alla caccia; ed era lo stesso suo figlio Penteo, che essa aveva ucciso essendo fuori di sè.
Πενθεύς τ᾽ ἐμὸς παῖς ποῦ 'στιν; αἰρέσθω λαβὼν
Πλεκτῶν πρὸς οἴκων κλιμάκων προσαμβάσεις,
Ὡς πασσαλεύσῃ κρᾶτα τριγλύφοις τόδε
Λέοντος ὃν πάρειμι θηράσασ᾽ ἐγώ.Et ubi est meus filius Pentheus? surgat corripiens
Ex ædibus compactarum scalarum gradus,
Ut clavis affgat triglyphis caput hoc
Leonis, quem in venatione captum huc ego fero.Qui Euripide probabilmente chiama triglifi le teste dei travi (insulsamente spiegati per sculpta laquearia dal traduttor latino), che corrispondono al fregio; e in quella casa di Agave, fatta forse di legno, secondo l’uso antico dei Greci, di cui fu dato cenno qui avanti pag. 43. not. a., e meglio ne parlerà il P. Paoli nella sua lettera qui appresso, al §. 41., avranno sostenuto il tetto, a cui si giugneva con una scala a mano; e perchè avranno sporto in fuori faranno stati a proposito per inchiodarvi, e tenere in mostra le cose; e per la loro altezza non potevano facilmente essere spogliati dai ladri, o da altri. Quando fu introdotta in appresso l’Architettura formale, e regolata, fabbricandosi anche di pietre, si sono chiusi gli spazj, che prima stavano aperti, almeno nei tempj, secondo lo stesso Euripide illustrato avanti pag. 48., e nuovamente qui nominato da Winkelmann, fra i travi, o le pietre, che li rappresentavano; e alle metope, che li chiudevano, per interrompere con qualche ornato la loro lunghezza maggiore dell’altezza, si faranno appesi quegli stessi trofei, o insegne, che si attaccavano prima alle teste dei travi, alle quali poi, essendo state rilegate quasi al paro degli altri lavori, furono fatti per ornamento i canali, e le gocce sotto, fingendo imitassero lo scolo delle acque, che vi scorressero dalla cornice, come dissi alla pag. 47. not. a. Si rifletta qui, che Euripide è stato pittore prima che poeta, come dice Suida, e Moscopolo nella di lui vita premessa alle tragedie.
- ↑ Paus. lib. 10. c. 19. pag. 843. princ.