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86 O s s e r v a z i o n i

C a p o II.

Degli ornati dell’Architettura.


Dopo che furono inventate tutte le parti essenziali dell’Architettura, si pensò agli ornati, che potevano servire ad abbellire gli edifizj. Noi ne daremo prima un’idea generale, e poi tratteremo di ciascuno in ispecie.

§. 1. Un edifizio senza ornati potrebbe paragonarli alla sanità d’un corpo nell’indigenza, che sola non si crede ballante per la felicità dell’uomo, come osservò Aristotele1; e la monotonia può diventare ugualmente viziosa nell’Architettura, che nello stile d’un libro, e in tutte le altre produzioni dell’arte. La varietà è la base degli ornati: sì negli scritti che nell’Architettura ferve a lusingare lo spirito, e gli occhi; e allorché l’eleganza congiunta si trova alla semplicità, ne risulta il bello; essendo bella, e buona una cosa quando in sé riunisce tutte le parti, che le sono essenziali. Questa è la ragione, per cui gli ornati di un edifizio devono essere conformi, e proporzionati tanto al loro oggetto generale, che al particolare. Considerati sotto questo primo aspetto, devono stimarsi come un accessorio; e per il secondo, non devono apportare alcun cangiamento alla natura del luogo, e alla sua degnazione: possono riguardarsi come un vestito, che non ferve se non che a coprire il nudo; e quanto più un edifizio è grande nel suo piano, tanto meno esige d’ornamenti; simile ad una pietra preziosa, che non deve, per così dire, esser incartata se non che in un filo d’oro per meglio conservare il suo splendore2.



§. 2. Ne’


  1. Rethor. lib. 1. cap. 5. oper. Tom. iiI. pag. 713. B.
  2. Luciano, che prima di darsi alla filosofia era stato scultore fino all’età d’anni