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60 Meccanismo della Scultura

greco Alcide, e assai volgari sembianze hanno le altre teste, Achille sta cheto e inoperoso, ma assai significante n’è il volto: si scorge ne’ suoi tratti un’idea che presagisce un futuro eroe, e negli occhi suoi, che con grandissima attenzione tien fissi in Chirone, si ravvisa una viva avidità di sapere per compiere presto il corso della sua giovanile istruzione, e rendere poi gloriosa con grandi imprese la breve carriera de’ giorni suoi. Se gli vede in fronte un nobil pudore, e quasi il rimprovero di sua poca abilità, per cui il suo istitutore gli ha levato di mano il plettro con cui suonava la lira, per correggerlo ove aveva errato. Egli è appunto quale lo vuole Aristotele1: la dolcezza e i vezzi della gioventù sono in lui misti alla sensibilità e al nobile orgoglio.

§. 13. Sarebbe desiderabile che i quattro disegni sul marmo ivi pur esistenti, ne’ quali v’è il nome delle persone e dell’autor medesimo, chiamato Alessandro Ateniese, fosser di mano d’un qualche celebre maestro; ma essi non ci danno certamente una grande idea della sua abilità: le fisonomie delle teste son volgari, e ne son mal disegnate le mani; e ognuno altronde ben sa che le estremità delle figure umane fanno, piucchè le altre parti, conoscere il merito dell’artista. Queste pitture monocromatiche, cioè d’un sol colore, fatte sono col cinabro, che è stato poi annerito dal fuoco. Di questa maniera di dipingere parlerò nel Capo seguente.

§. 14. Le più belle fra queste pitture sono le Danzatrici, le Baccanti, e i Centauri, alti meno d’un palmo, e dipinti su un fondo nero, ne’ quali si scorgono i tratti d’un dotto e franco artista. Vedendosi sul principio sì bei pezzi, che fatti pareano d’un sol colpo di pennello, si desiderava


di


  1. Rhet. lib. I. cap. 5.