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38 Meccanismo della Scultura

ruine del palazzo de’ Cesari nella villa Farnese sul Palatino, che sembrano fatte di recente, malgrado l’umidità cagionata dalla terra, che le copre. Non si possono ivi vedere senza maraviglia le fasce difpofte a forma d’archi, e dipinte in color azzurro con figurine in oro1. L’indoratura s’è pur conservata nelle ruine di Persepoli2.


[Due maniere d’indorare.]

§. 12. Indorasi a fuoco in due maniere assai note. L’una dicesi indorare allo spadaro, ossia alla maniera degli spadari, cioè applicando le foglie d’oro sul metallo che vuolsi indorare. L’altra chiamasi amalgama, ed eccone il processo. Si fa scioglier l’oro nell’acqua forte, vi si versa quindi dell’argento vivo, e si mette a un fuoco leggiero, finché tutta l’acqua svapori: quindi l’oro s’unisce al mercurio, e ne risulta una pasta, con cui, finché è ben calda, si stropiccia il metallo dopo d’averlo ben pulito3. Sembra a principio che se gli sia data una vernice nera, ma esponendolo nuovamente al fuoco, tutto il mercurio svapora, e riman puro e lucidissimo l’oro. Questa maniera, in cui s’incorpora a così dire, e si compenetra l’oro col metallo, era ignota agli antichi; essi non sapean indorare se non colle foglie d’oro, dopo d’aver coperto o strofinato col mercurio il metallo4; onde, come dissi pocanzi, la durata dell’oro negli antichi monumen-


ti-


  1. V’è qualche differenza da questa descrizione.
  2. Greave Descript. des Antiq. de Persepolis, pag. 23.
  3. Secondo che si usa in Roma, e come viene anche esposto nell’Enciclopedia, art. Dorure, l’oro si mette a liquefare coll’argento vivo in un crociuolo, finché si amalgamano, o si uniscono insieme come un unguento; poi si ravviva, o come dicono quì gl’indoratori, si schiarisce il pezzo da indorarsi con acqua forte al fuoco, e in appresso vi si stende sopra con uno strumento un suolo di quella mistura, dalla quale per mezzo del fuoco svaporando il mercurio, resta l’oro fortemente attaccato, e quasi incorporato al metallo. Ciò sia detto in coerenza di quello, che dice il nostro Autore; che del resto l’operazione è molto più lunga come si descrive nell’Enciclopedia.
  4. Plin. lib. 33. cap. 6. sect. 32. [ Questo scrittore nel cap. 3. sect. 20. espone meglio il metodo, che si teneva nell’indorare il rame, e il bronzo. S’infuocava prima il metallo, e si batteva, poi si smorzava con sale, aceto, e allume. Dopo si ripuliva, e dal colore rilucente si capiva se era purgato abbastanza. Si rimetteva quindi al fuoco, e portato a quel grado di calore necessario vi si spargeva sopra della pomice, dell’allume, e dell’argento vivo mescolati insieme per meglio schiarirlo; e dopo tutto ciò vi si stendevano le foglie d’oro. Credo che il signor Dutens Orig. des decouv. attrib. aux mod. iiI. par. ch. 3. §. 201. Tom. iI. pag. 51. non avrà letto tutto intiero quello luogo di Plinio; mentre colle sole