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36 Meccanismo della Scultura

§. 8. Che quest’uso siasi mantenuto presso gli artisti anche ne’ più bei tempi, appare da una testa ideale del medesimo mufeo, che generalmente vien detta la testa di Platone; ed è senza dubbio uno de’ più bei lavori in bronzo, che ci abbia tramandato l’antichità; ha questa eziandio i ricci alle tempie saldati1.

[Intarsiatura fattavi sopra] §. 9. Diremo pur qualche cosa delle intarsiature in bronzo. Il diadema dell’Apollo Sauroctonos (Lucerticida) nella villa Albani, le basi di alcune figure del museo Ercolanense, e alcuni lavori riferiti dal Buonarruoti2 sono di bronzo intarsiati d’argento. Usavasi anche talora di fare alle statue le ugne d’argento, sì alle mani che ai piedi, come vedesi in due figurine del museo d’Ercolano; e tale era una statua rammentata da Pausania34. I quattro cavalli indorati, che il celebre e ricco oratore Erode Attico fece collocare a Corinto, aveano l’ugna d’avorio5.

[Patina verdognola.]

§. 10. Nè dee quì passarsi sotto silenzio quel colore che acquista il bronzo col tratto di tempo, e che accresce pregio alle statue. Nasce questo colore da una patina verdognola che tanto più è bella, quanto più fino è il bronzo, e da’ Romani chiamavasi ærugo, onde a ragion fu detta da Orazio nobilis ærugo6. Il metallo di Corinto prende un verde lucido7, qual si vede sulle monete e su qualche statuina8. Le statue e le teste del museo d’Ercolano sono d’un verde-cupo, che però


è ar-


  1. Dal giureconsulto Paolo nel luogo citato sopra alla pag. 23. not. a. abbiamo, che si saldassero alle statue anche le braccia, le gambe, ed altre parti restaurate; e che si saldava o col piombo (volendo forse intendere del piombo bianco, o stagno, di cui parla Plinio lib. 34. cap. 17. sect. 48.), o collo stesso metallo; nelle quali maniere si usava saldare anche l’argento, come si rileva da Pomponio nella l. Quidquid 27. princ. ff. De adquir. rer. dom. L’oro, al dire dello stesso Plinio lib. 33. cap. 5. sect. 29., si saldava colla crisocolla, temperata con ruggine di Cipro, urina di fanciullo, e nitro.Il primo, che trovò l’arte di saldare il ferro col ferro medesimo, fu un certo Glauco da Scio. Pausania lib. 10. cap. 16. pag. 834.
  2. Pref. alle osserv. sopra alcuni medagl. pag. XIX.
  3. lib. 1. cap. 24. pag. 57. princ.
  4. Un busto riportato in rame dal P. Paciaudi Monum. Pelop. Tom. iI. pag. 69. ha le labbra d’argento.
  5. Idem lib. 2. cap. 1. pag. 113. princ.
  6. Non ho saputo trovare ove dia alla patina l’epiteto di nobile.
  7. Plin. lib. 37. cap. 10. sect. 55.
  8. Questo metallo più tardi degli altri si