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390 | Storia delle Arti del Disegno |
C a p o II
[Sotto gli Antonini.] Gli Antonini tennero in molto pregio le belle arti, e fra essi principalmente M. Aurelio, che sapea ben disegnare, ed era stato istruito da Diognete savio pittore1, cui pur avuto aveva a maestro nello studio della filosofia2. Ciò non ostante cominciarono allora a farsi più rari i buoni artisti, e mancò la stima generale che dianzi faceasi di loro. Era ciò una conseguenza della maniera di pensar di que’ tempi. I sofisti allora innalzati eransi sino al trono, e per loro gli Antonini avean erette delle pubbliche cattedre, pagando la loro voce e la fatica de’ loro polmoni3, anziché l’istruzione data ai cittadini. Essendo essi uomini senza gusto e ignoranti, condannavano altamente tutto ciò che non era erudizione, e agli occhi loro un valente artista non era che un semplice artigiano. Portavano delle arti quel giudizio che Luciano nel suo fogno mette in bocca all’erudizione; cosicchè un giovane che avesse soltanto desiderato esser un Fidia, loro sarebbe paruto un’anima vile: onde fa maraviglia
come |
- ↑ Capitol. in M. Aurel. cap. 4. Tom. I. pag. 306.
- ↑ M. Aurelio stesso De reb. suis. §. 6. dice, che un Diognete sia stato suo maestro di filosofia; ma si disputa dagli eruditi se sia il medesimo che il pittore, o un altro. Si veda Gatakero al luogo citato di M. Aurelio, e Salmasio al luogo citato di Capitolino, il quale gli dà Apollonio stoico maestro in vece di Diognete.
- ↑ ἆθλα φονῆς V. Galen. De puls. diff. sub init.