Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
p r e s s o i R o m a n i ec. | 371 |
Dell’età però non si dee giudicare dalla testa che non è più la sua. Vedesi questo monumento nella villa Ncgroni. A qual tempo riportar si debba certo Antioco ateniese, di cui abbiamo nella villa Lodovisi una statua di Pallade gigantesca, io noi saprei determinare: la statua è volgare, e grossolano n’è il lavoro; ma all’iscrizione dee giudicarsi molto anteriore a questi tempi1.
[Sua colonna.] §. 29. Fra le grandi opere del tempo di Trajano è da rammentarsi in primo luogo la celebre colonna che ne porta il nome2, e che stava in mezzo al Foro fatto da lui edificare sotto la direzione d’Apollodoro ateniese, in memoria del quale edifizio è stata allora coniata una rara medaglia
A a a 2 | d’oro |
- ↑ L’iscrizione fu mandata da Roma a Carlo Dati a Firenze, copiata in questo modo, e da lui data nelle Vite de’ pittori p. 118. .... ΤΙΟΧΟΣ ΙΛΑΙΟΣ ΠΟΙΕΙ . Maffei Mus. Ver. Inscr. var. p. CCCXVIII. n. 4. la pubblicò completa qual doveebb’essere, senz’avvisare che dianzi era mutilata. Eccola qual siì trova sulla mentovata base:
. . . . Τ Ι Ο Χ Ο Σ
. . . . Ι Ν Α Ι Ο Σ
. . . . Π Ο Ι Ε ΙIl nome d’Antioco trovasi eziandio su due gemme incise, presso Gori Inscript. Tom. I Gemmæ, Tab. 1. num. 4., e Quirini Epist. ad Freret. pag. 29.
- ↑ Fattagli alzare dal Senato dopo la vittoria contro i Daci, come si lecgc nella iscrizione postavi alla base, e riportata anche dal P. Montfaucon Diar. ital. cap. 19. pag. 260., da monsignor Braschi De trib. stat. c. 10. §. 9. pag. 94., e nelle note a Gellio Noct. att. l. 13. cap. 23. Dione Cassio lib. 68. c. 16. Tom. iI. pac. 1133. la vuole innalzata dallo stesso Trijano senza darne ragione.
Gli ultimi versi non si possono ben leggere, e nessuno sinora ha potuto scifrarli. Essa però, oltre la notizia che ci dà d’un artista, indica il nome della città di Stasi in Asia, di cui non trovasi fatta menzione presso nessuno scrittore, e ci somministra la spiegazione delle lettere ΣΤΑ, che leggonsi su una moneta del re Epifane, intorno alla quale fatte si sono molte conghietture. Beger. Thes. Brand. Tom. 1. pag. 259., Wise Numm. ant. Bodlej. pag. 116. V. Cup. De eleph. exercit. 1. cap. 7. in Suppl. Ant. Rom. Sallen. Tom. iiI. p. 74. È pertanto probabile che sia questo il nome abbreviato di quella città, poichè le voci σταφελίτης e σταθμεδότης sono interpretazioni troppo stiracchiate. I falli di prosodia non indurranno in errore, io m’immagino, coloro che conoscoro quanta fosse la negligenza de’ poeti a que’ tempi e ne’ seguenti, principalmente nelle iscrizioni.
Pubblicherò a questo proposito un’altra iscrizione che sta sulla base d’una statua di Bacco in Grecia. Io non so ben indicar in qual luogo, ma forse è nell’isola di Scio, da dove ebbi questa con altre greche iscrizioni:
ΛΙΣΑΝΙΑΣ ΔΙΟΝΥΣΟΥ |
La voce κατεσκεύασε rende dubbioso se Lisania fosse l’artista, o colui che ha fatta erigere la statua.