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368 | S t o r i a dell’A r t e greca |
so erano state scoperte iscrizioni, da cui appare che quel luogo appartenesse ad un liberto del medesimo imperatore. Il tronco della statua sino alle ginocchia, compresavi una mano attaccata alla coscia (vi mancano le gambe e le braccia), non era molto sotterrata, e perciò è assai corrosa in tutta la superficie. Oltre di ciò vi si scorgono eziandio de’ manifesti indizj d’essere stata maltrattata, come de’ tagli e de’ colpi profondi, fattile certamente allora che tutte le statue di quell’imperatore, per distruggerne ogni memoria, dai Romani rovesciate furono e guaste. La testa staccatane era più al di sotto, e per conseguenza ha provato meno le ingiurie del tempo. Il signor cardinal Alessandro Albani ha fatta rappezzare questa, che vedesi ora colle altre statue imperatorie nella sua villa sotto il gran portico del palazzo.
§. 24. Pare che sotto Domiziano i Greci siano stati trattati meno male che sotto Vespasiano e Tito, poichè laddove di questi non abbiamo nessuna moneta coniata a Corinto, moltissime ne abbiamo di quello, e della maggior grandezza1.
[Sotto Nerva.] §. 25. Dei tempi di Nerva non altro ci rimane che una parte del suo Foro, le tre bellissime colonne corintie d’un portico colla sua soffitta, e qualche sua testa2. Osservo a proposito di questa soffitta, ornata con meandri, che trovasi così la ragione, perchè Esichio spieghi la voce μαίανδρος con dire κόσμος τὶς ὀροφικός, cioè un ornato della soffitta; onde inopportuna è la correzione di certo moderno scrittore che in vece di ὀροφικός crede doversi leggere γραφικός, per estendere tal nome a tutto ciò che è dipinto. E’ vero però che di frequente incontrasi il meandro sulle antiche pitture e su i vasi, e assai di raro sulle soffitte degli antichi
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