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mavera eterna, qual regna ne’ beati Elisj, spande sulle virili forme d’un’età perfetta i tratti della piacevole gioventù, e sembra che una tenera morbidezza scherzi sull’altera struttura delle sue membra. Vola, o tu che ami i monumenti dell’arte, vola col tuo spirito fino alla regione delle bellezze incorporee, e diventa un creatore di una natura celeste per riempiere l’alma tua coll’idea d’un bello sovrumano, poichè in quella figura nulla v’è di mortale, nessun indizio si scorge dei bisogni dell’umanità! Non vi sono nè tendini nè vene, che quel corpo muovano o riscaldino, ma par che uno spirito celeste, simile a fiume placidissimo, tutti abbiane formati gli ondeggianti contorni. Egli ha inseguito il serpente Pitone, contro di cui ha per la prima volta piegato l’arco, e col possente suo passo lo ha raggiunto e trafitto. Ben consapevole di sua possanza porta il sublime suo sguardo quasi all’infinito ben al di là della sua vittoria. Siede nelle sue labbra il disprezzo, e lo sdegno che in sè rinchiude gli dilata alquanto le narici1, e sin all’altera sua fronte si estende; ma la pace e la tranquillità dell’anima rimaner sembrano sulla stessa fronte inalterabili, e gli occhi suoi pieni son di quella dolcezza, che mostrar suole allorchè lo circondan le Muse e lo accarezzano. Fra tutt’i rimastici simulacri del padre degli dei, nessuno ve n’ha che s’avvicini a quella sublimità in cui egli manifestossi alla mente d’Omero; ma nel volto del figlio tutte si veggono riunite le bellezze delle altre deità, come presso la Pandora. Egli ha di Giove la fronte gravida della dea della sapienza, e le sovracciglia che il voler supremo manifestan co’ cenni2; ha gli occhi della regina delle dee in maniera grandioso arcuati; è la sua bocca un’immagine di quella dell’amato Bran-


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  1. Clemente Alessandrino Pædag. lib. 3. cap. 4. Tom. I. pag. 270. in fine: In naso bilem veluti inhabitantem habeant.
  2. Ved. Tom. I. pag. 332.