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p r e s s o i R o m a n i ec. | 337 |
per cibo de’ pesci (ad murænas) lo schiavo che ruppe un prezioso vaso di cristallo, mentre avea seco a mensa Augusto. L’imperatore allora fece spezzare tutti que’ vasi acciò Pollione non avesse più motivo di usare una simile crudeltà1, Questa peschiera sussiste intera, e v’è tutta l’apparenza che le due grate di bronzo, per le quali passa l’acqua, siano ancora le antiche. Non so se alcuno scrittore abbia sinora ben esaminato questo ragguardevole monumento.
[Tiberio non favorì le arti.] §. 17. Degli artisti che fiorirono sotto i primi successori d’Augusto, appena sono a noi pervenuti alcuni nomi. Star dovean assai male sotto Tiberio, che poco fece edificare2; e poiché con ogni sorta di pretesto per mezzo d’iniqui emissarj spogliava de’ loro beni i ricchi di tutte le provincie3, è naturale che niuno avrà voluto impiegar l’oro per avere de’ sontuosi lavori esposti all’avidità dell’imperatore e de’ suoi ministri. Non s’innalzò d’ordin suo altra fabbrica, fuorché il tempio d’Augusto, a cui nemmeno diè compimento4. Fece prendere a Siracusa, per collocarla nella biblioteca palatina, una statua d’Apollo detto Temenite5 dalla fonte Temene da cui prendeva il nome un quartiere di quella città. Vero è che Tiberio, essendogli stato lasciato in legato un quadro immodesto di Parrasio, o una somma considerevole in vece di esso se non gliene fosse piaciuto il soggetto, il quadro preferì al denaro6; ma ciò dimostra la sua inclinazione alle cose lubriche anziché l’amor suo per le arti. Avvilite erano allora le statue, perchè sovente ergeansi in ricompenfa a’ delatori7.
[...sue teste]
§. 18. Rare sono le teste di questo imperatore, e molto più che quelle d’Augusto; due però se ne vedono nel museo
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