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vorata a basso-rilievo, che creder si può quella di Zopiro, esistente presso il signor cardinale Nereo Corsini; e siccome fu trovata nel riattare il porto d’Anzio, è verosimile, che non sia stata lavorata in Roma, ma da altrove e probabilmente dalla Grecia portata in quel porto, ove siasi a caso affondata. Può vedersene la figura ne’ miei Monumenti antichi1, ove ne ho spiegata la rappresentazione2, ed ho notato che per la forma avea della somiglianza con quella di Nestore presso Omero, poiché il lavoro a rilievo non è propriamente sulla coppa, ma su una specie di recipiente, in cui la coppa si pone, e se ne leva a piacimento3: le due parti però ne sono sì ben commesse insieme, che a men di saperlo non si discerne la doppiezza della tazza. Quindi s’intende ciò che sia la ἀμϕίθετος φιάλη, cioè la doppia tazza d’Omero4.

§. 15. Sembra che Zopiro e Pasitele siansi principalmente occupati a rappresentare gli avvenimenti della mitologia e della storia eroica; e lo stesso prima di loro avea fatto Mentore, come rileviamo da Properzio5:

Argumenta magis sunt Mentoris addita formæ;
At Myos exiguum flectit acanthus iter.

Ivi sotto nome d’argomenti intende certamente il poeta simili figure cisellate; il che pare non sia stato inteso né in questo passo, né in altri scrittori, ove di simili lavori si parla6: così distingue il lavoro più nobile dal più volgare e facile, che consiste in fiori, fogliami, e principalmente negli ornati, nel che Mis fra gli altri distingueasi; e ciò volle dir il poeta quando lodò la sua abilità nell’incidere le foglie dell’acanto7.



§. 16. Ol-


  1. num. 151.
  2. Veggasi anche Tomo I. pag. 440. §. 7.
  3. Vegg. Tom. I. pag. 36. col. 1.
  4. Iliad. lib. 23. vers. 616.
  5. lib. 3. eleg. 9. vers. 13. 14.
  6. Ovid. Met. lib. 13. vers. 684. [ Ved. Giunio De pict. vet. lib. 3. cap. 1. §. 6. p. 146.
  7. Plinio lib. 32. cap. 12. sect. 55. parla di amendue questi cisellatori Mentore, e Mis, e li loda per le opere di figure.