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p r e s s o i R o m a n i ec. | 319 |
vorata a basso-rilievo, che creder si può quella di Zopiro, esistente presso il signor cardinale Nereo Corsini; e siccome fu trovata nel riattare il porto d’Anzio, è verosimile, che non sia stata lavorata in Roma, ma da altrove e probabilmente dalla Grecia portata in quel porto, ove siasi a caso affondata. Può vedersene la figura ne’ miei Monumenti antichi[1], ove ne ho spiegata la rappresentazione[2], ed ho notato che per la forma avea della somiglianza con quella di Nestore presso Omero, poiché il lavoro a rilievo non è propriamente sulla coppa, ma su una specie di recipiente, in cui la coppa si pone, e se ne leva a piacimento[3]: le due parti però ne sono sì ben commesse insieme, che a men di saperlo non si discerne la doppiezza della tazza. Quindi s’intende ciò che sia la ἀμϕίθετος φιάλη, cioè la doppia tazza d’Omero[4].
§. 15. Sembra che Zopiro e Pasitele siansi principalmente occupati a rappresentare gli avvenimenti della mitologia e della storia eroica; e lo stesso prima di loro avea fatto Mentore, come rileviamo da Properzio[5]:
Argumenta magis sunt Mentoris addita formæ;
At Myos exiguum flectit acanthus iter.
Ivi sotto nome d’argomenti intende certamente il poeta simili figure cisellate; il che pare non sia stato inteso né in questo passo, né in altri scrittori, ove di simili lavori si parla[6]: così distingue il lavoro più nobile dal più volgare e facile, che consiste in fiori, fogliami, e principalmente negli ornati, nel che Mis fra gli altri distingueasi; e ciò volle dir il poeta quando lodò la sua abilità nell’incidere le foglie dell’acanto[7].
§. 16. Ol- |
- ↑ num. 151.
- ↑ Veggasi anche Tomo I. pag. 440. §. 7.
- ↑ Vegg. Tom. I. pag. 36. col. 1.
- ↑ Iliad. lib. 23. vers. 616.
- ↑ lib. 3. eleg. 9. vers. 13. 14.
- ↑ Ovid. Met. lib. 13. vers. 684. [ Ved. Giunio De pict. vet. lib. 3. cap. 1. §. 6. p. 146.
- ↑ Plinio lib. 32. cap. 12. sect. 55. parla di amendue questi cisellatori Mentore, e Mis, e li loda per le opere di figure.