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26 Meccanismo della Scultura

§. 34. Le più celebri, tra le pietre dure, che in maggior copia delle altre furono nobilitate dall’arte greca, sono la corniola, la calcedonia col giacinto, e l’agata coll’agatonice1. Queste servirono pei lavori in rilievo, ossia pe’ cammei, e quelle pei lavori incavati.

[...maniera d’inciderle...] §. 35. Non v’è chi questo ignori; ma nessuno ha saputo ben determinare in qual maniera incidessero gli antichi le loro gemme. Ch’eglino adoperassero puntine di diamanti legati fu un ago d’acciajo, ce ne fa fede Plinio2; ma egli poi non ci dice se di questi diamanti si servissero, come fanno dello scarpello i nosrii intagliatori in legno; ovvero se, attaccando l’ago diamantato su una ruota, lavorassero col torno, siccome far li suole generalmente oggidì3. Vi sono de’ chiari scrittori sì per l’una che per l’altra opinione, ed io non sono tale da voler qui decidere la quistione. Sosterrei però che gli antichi conoscessero l’uso della ruota e del torno, del che veggonsi indizj in quelle gemme, il cui lavoro è stato sol abbozzato, ma non finito.

§. 36. Posseggo io stesso un’agatonice lavorata a rilievo d’un pollice e mezzo di diametro, trovata due anni fa nelle catacombe di Roma, in quella medesima terra che sul luogo stesso era stata ben visitata, e quindi, affinchè nulla si perdesse delle reliquie de’ Santi che ivi avrebbero potuto essere, portata alle Cappuccine, le quali nel crivellarla vi trovaron la detta gemma. Pregevole è questa non tanto per la bellezza del colore, quanto perchè rappresenta un tratto della storia eroica, che non ci è pervenuto, ch’io sappia, su nessun monumento, cioè Peleo padre d’Achille allorché, cacciando in un bosco con Acasto, e da quello lasciato indietro, s’ad-


dor-


  1. E la sardonica, l’opalo, ed altre, delle quali parla Plinio l. 37. c. 3. sect. 14. e segg.
  2. lib. 37. cap. 4. sect. 15. Solino Polyhist. cap. 52.
  3. Oggidì si mette della polvere di diamante umettata con olio sulla ruota di rame, o d’acciajo, la quale girando opera sulla pietra. Vegg. Baillou Mem. prés. ec. pag. 174.