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310 S t o r i a   dell’A r t e   greca

allegoria, e nella Prefazione ai Monumenti antichi inediti le ragioni per cui sulle vetuste opere dell’arte dobbiamo ricercare piuttofto i tratti della storia eroica de’ Greci, che gli avvenimenti de’ Romani1.

[Ai tempi del triumvirato.] §. 4. Ne’ tempi antecedenti, e prima del triumvirato, erasi ne’ Romani destato un certo amore per le arti de’ Greci, e teneansi esse già in molto pregio; ma i costumi erano ancor troppo semplici, e troppo poveri eran essi, perchè gli artisti vi trovassero que’ vantaggi che le fanno fiorire. Quando però venne ad alterarsi l’uguaglianza de’ cittadini per la preponderanza d’alcuni, a’ quali colla prepotenza, coi doni, e colla magnificenza riuscì di deprimere nella moltitudine lo spirito repubblicano, ne nacque allora il triumvirato, cioè l’alleanza di tre, che la repubblica a loro talento reggeano. Nel primo triumvirato il primo che governò dispoticamente l’impero fu Silla, il quale ad imitazione d’altri possenti cittadini eresse magnifici edifizj a proprie spese; e poichè distrusse Atene sede delle arti2, egli dichiarossi protettore delle medesime in Roma.

[Tempio della Fortuna a Preneste...]

§. 5. Superò quanto di grande aveano fatto mai i suoi concittadini, nell’edificare a Preneste il tempio della Fortuna, della cui magnificenza abbiamo ancora un argomento negli avanzi, che tuttora sen veggono. Era quello nella salita del monte, ove è oggidì Palestrina, fabbricata colle di lui ruine, la quale però molto meno del tempio medesimo s’estende. In questo monte scosceso bensì, ma dirupato con una certa regolarità, si va al tempio per mezzo di sette ripiani, le ampie piazze de’ quali sostenute sono da lunghi muri di pietre quadre, tranne la inferiore di tutte, che è formata di tegole incastratevi, e ornata di nicchie. Nella prima e nell’ultima v’erano de’ magnifici serbatoj d’acqua, che tuttora si


rico-


  1. Vegg. qui avanti alla pag. 147.
  2. Vegg. qui avanti pag. 297.