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268 Storia delle Arti

rie1: cioè di Perigene nell’olimpiade cxxvii., d’Ammonio nella cxxxi., di Demetrio nella cxxxviii., e di Crate nella cxlii. Essendo dunque qui rappresentato un lottatore, o un pancraziaste, dovremo ravvisarvi piuttosto uno dei due atleti alessandrini allor coronati, cioè Cleosseno per la lotta2 nell’olimpiade cxxxv., e Fedimo pel pancrazio nella cxlv.3.

§. 21. Per la stessa ragione io penso che sia l’effigie d’un atleta alessandrino l’altra testa guasta di basalte nericcio, lavorata nel medesimo stile della precedente, se non che n’è scolpita con più arte la capigliatura. Non avendo questa le orecchie da pancraziaste, ma bensì secondo la forma ordinaria, non dobbiamo in essa cercare l’effigie d’un lottatore, ma piuttosto d’un vincitore nella corsa de’ cocchi, e d’uno de’ quattro summentovati, essendo altronde probabile che, ad esempio delle città greche, Alessandria abbia erette delle statue ai luoi primi vincitori ne’ giuochi olimpici4; e che di là abbiale volute a Roma l’imperator Claudio insieme alle statue di porfido, che fu il primo a farvele trasferire dall’Egitto5.

§. 22. Delle opere dell’arte greca in porfido ho già parlato altrove6, e qui solo avvertirò che i lavori in tal sasso


di


  1. Ὀλυμπιάδων ἀναγραφὴ [ appresso alla cronica d’Eusebio ] pag. 331. seqq.
  2. Per il pugilato.
  3. Pausania lib. 5. cap. 8. in fine. p. 395. lo dice della città di Troade nell’Eolia. Il dotto padre Corsini Fasti att. olymp. cxlv. Tom. IV. pag. 100. osserva, che ciò non contradice a Giulio Africano, perchè la detta città fu chiamata anche Alessandria, essendo stata fondata da Alessandro il Grande; e perciò nella numerazione alfabetica dei vincitori olimpici riportata dallo Scaligero in appendice alla citata cronica d’Eusebio p. 349. vien detto Alessandrino di Troade: al che non ha badato Winkelmann, il quale ha preso questa Alessandria per l’Alessandria di Egitto.
  4. Volendo sostenere queste teste fatte in Alessandria, e in onore d’atleti alessandrini, potrebbe dirsi piuttosto, che fossero state fatte colà per onorare qualcuno di essi vincitore nei giuochi olimpici, che vi s’introdussero circa l’olimpiade ccxi. come osserva il lodato Corsini Dissert. agonist. Diss. I. n. 12. pag. 20. 20., ossia circa i tempi dell’imperator Comodo. Potrebbero rappresentare anche atleti vincitori nei giuochi della Grecia al tempo de celati, dei quali molti ne numera lo stesso Corsini nel catalogo, che ha fatto molto più esatto e compito dei vincitori olimpici, in appendice alla detta opera, pag. 121. segg.
  5. Plin. lib. 36. cap. 7. sect. 11.
  6. Vedi sopra pag. 20. seg.