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presso i Greci, e loro Pittura. | 21 |
piucchè oggidì vi abbondava, e vi sono, fra le altre, quelle dei dodici Cesari nel palazzo Borghese.
§. 23. Ma fra i lavori in porfido i più pregevoli per la difficoltà, e quasi direi inimitabili, sono certi vasi interamente voti, e assottigliati alla grossezza d’una penna co’ loro contorni, e scanalature all’orlo, sì nel piede che nel coperchio, in guisa che al primo vederli si conosce tosto, che sono stati lavoraci al torno. Questi vasi furono trovati dentro antichi sepolcri, incassati nel travertino; per la qual cosa sì perfetti e interi si sono conservati. Il più bello si vede nella villa del cardinale Alessandro Albani, e costò tre mila scudi al Papa Clemente XI.
§. 24. Che gli antichi artisti lavorassero al torno anche vasi di altre pietre, ce lo attesta Plinio1; e ciò ch’egli dice altrove delle cencinquanta colonne del labirinto, fabbricato nell’isola di Lenno, tutte lavorate al torno, è un chiaro indizio dell’abilità de’ più vetusti artefici in questo meccanismo. Tali colonne stavano sì ben poste in bilico, che anche un fanciullo poteale far girare2.
§. 25. Quest’arte di lavorare i vasi di porfido tennesi come un arcano, fino a che al signor card. Albani riuscì di togliere quello pregiudizio, e di far vedere che pur oggidì i nostri, non meno degli antichi artefici, sanno tornire il porfido con farne eseguire uno perfettamente. Vero è però che costa tre volte più l’incavare un vaso che il dargli l’esterna forma, e tredici mesi di lavoro al torno s’impiegarono per il suddetto. Tutti gli altri vasi di porfido posti ne’ palazzi e nelle ville di Roma son lavori moderni di forma inelegante, e quando son voti, vedesi che sono incavati a cilindro: il che si fa con una grossa canna di rame,
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