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presso i Greci, e loro Pittura. 19

dubbio, se fosse intera, quella che è presso di me, e di cui non altro s’è conservato che la fronte, gli occhi, le orecchie, e i capelli, dalle quali parti lì riconosce che un giovane rappresentava in grandezza naturale. Il lavoro della capigliatura, s in questa testa che in quella del palazzo Verospi, è diverso da quello che si vede nelle teste virili di marmo; cioè i capelli non sono messi a ciocche sciolte, come in quelle, nè a ricci traforati col trapano; ma vi sono espressi come recisi, corti, e poscia con fino pettine composti, quali vedersi sogliono sulle teste virili ideali in bronzo, in cui par che ogni capello sia stato indicato distintamente. Osservisi però che nelle teste ricavate dal vero diverso è il lavoro de’ capelli. M. Aurelio a cavallo, e Settimio Severo nel palazzo Barberini, hanno i capelli ricciuti nella stessa maniera che le loro figure in marmo. L’Ercole del Campidoglio ha fitti e crespi i capelli, quali sempre aver li suole quello dio. Nella capigliatura della mentovata testa mutilata v’è un’arte e una diligenza straordinaria e inimitabile; e colla medesima finezza è lavorata in durissimo basalte verdognolo la chioma d’un torso di leone esistente nella vigna Borioni1. Vedasi ciò che di queste due teste ho detto dianzi, parlando delle orecchie de’ Pancraziasti2. Lo straordinario lustro e pulimento che è stato dato, e che dar conveniva a questa pietra, congiunta alla finezza delle parti che la compongono, ha impedito che vi s’attaccasse quella crosta, la quale suole formarsi su i più fini marmi; e perciò tali teste furono trovate sotterra pulite e lucide, come se uscite fossero allora dalle mani dell’artefice.


C 2 §. 21. Dell-


  1. Ora restaurato nella villa Albani incontro alla statua di breccia egiziana, di cui si è parlato nel Tomo I. pag. 135.
  2. Credo cioè che voglia dire della testa posseduta da lui, e dell’altra del signor di Breteuil, delle quali parla nel Tomo 1. libro iI. capo IV. §. 9. pag. 129., e qui appresso lib. X. cap. iI. §. 19.