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18 | Meccanismo della Scultura |
[...in basalte...] §. 19. I greci scultori non solo nell’alabastro impiegarono il loro scarpello, ma eziandio nel duro basalte1, sì di color ferrigno che verdognolo. Di questo sasso però io non ho veduta che una sola statua intera di color nericcio, cioè un Apollo, maggiore della grandezza naturale, ma d’un mediocre lavoro, il quale in una vecchia stampa in rame è stato pubblicato come un Ermafrodito, e tale è stato pur creduto dal conte di Caylus2. Di basalte verdognolo è il torso d’una figura virile, di grandezza naturale nella villa Medici, che mostra d’esser l’avanzo d’una delle più belle statue dell’antichità; e non può guardarsi senz’ammirazione, o ’l sapere dello scultore li confederi, o s’esamini la finezza del lavoro. Dalle teste di basalte, che ci fono rimaste, ben si scorge che i più grand’artisti han voluto sovente in quello sasso far pompa di tutta la loro abilità3.
§. 20. Nè rare sono le teste e i busti di basalte, lavoro de’ greci artisti. Delle prime, oltre quella di Scipione, una ve n’era di giovane eroe nel palazzo Verospi, posseduta ora dal signor di Breteuil, dianzi Ambasciatore di Malta a Roma, e un’altra testa ideale di donna si vede nella villa Albani posta su un antico petto con panneggiamento di porfido. Bellissima però tra tutte le teste di basalte sarebbe senza
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- ↑ Secondo il signor Guettard Mèm. sur le basalte des anc. & des modernes, non siamo ben sicuri, se gli antichi dessero il nome di basalte alla stessa pietra, che noi così chiamiamo, [ ed io credo che ne siamo sicurissimi per riguardo almeno al basalte nericcio antico, di cui abbiamo monumenti, convenendo alla descrizione, che ne fa Plinio lib. 36. c. 7. sect. 11., di essere cioè della durezza, e del colore del ferro; come abbiamo già notato nel Tomo I. pag. 129. not. b. ]. Dopo Plinio [a cui doveva aggiugnere sant’Isidoro Orig. lib. 16. cap. 5. ], a suo avviso, il primo a parlare di basalte fu M. Agrippa nel secolo XVI. Qualche cenno però molto prima dell’Agrippa ne fece Papia, Lex. v. Basantes, scrittore del secolo XI., che chiamollo basantes, e descrivendone la natura lo riconobbe di color terrigno e assai duro. A giudizio inoltre del citato Guettard non ci rimane nessun monumento riconosciuto dagli antichi come di basalte. La statua del Nilo circondata da puttini, la quale si vede in Campidoglio, è d’un sasso calcare e diversa da quella che, al dir di Plinio cit. lib. 36. c. 7. sect. 11., fece Vespasiano collocare nel tempio della Pace. Circa l’origine del basalte, oltre quello che ne abbiamo detto nel Tomo I. pag. 128., può vederli negli Opusculi scelti ann. 1779. P. iI. pag. 86., la Dissertazione del sig. Bergmann, che ne attribuisce la formazione all’azione unita del fuoco e dell’acqua.
- ↑ Rec. d’Antiq. Tom. iiI. pag. 120.
- ↑ Vedi sopra pag. 15. not. a.