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d a i s u o i p r i n c i p j ec. | 231 |
beltà delle figure1; e ove questi due passi insieme si combinino, par verosimile che quel pittore sacrificasse una parte dell’espressione alla bellezza, e che mirando egli principalmente a far figure della maggior venustà, abbia lor date sembianze insignificanti; poiché ogni menomo sentimento o affetto, che esprimere si voglia sul volto, ne altera i tratti, e può essere alla pura beltà svantaggioso2.
§. 21. Altronde però v’è ragion di credere che Aristoteleabbia con tal detto voluto.biasimare le pitture di Seusi, perchè senza mossa fossero e senza azione, le quali cose vengono pur espresse dalla voce ἦθος; e in tal senso usa egli l’aggettivo ἠθική nella sua Rettorica3. Malvasia ed altri ebbero a dir lo stesso di qualche figura di Raffaello.
§. 22. Comunque però s’intenda, è probabile che Seusi abbia dato luogo al giudizio d’Aristotele per voler ricercare la più pura bellezza. Ma seppe ben egli schivar quella taccia nella sua Penelope, in cui dipinse i costumi (mores), al dir di Plinio, il quale ripetè il giudizio d’un Greco, e tradusse la parola ἦθος col più comune vocabolo, senza spiegarsi poi chiaramente. Caylus che, volendo indicare i caratteri e le proprietà degli antichi pittori, adduce questo passo del romano storico senza punto rischiararlo4, stato forse sarebbe del mio parere se avesse confrontato la notizia di Plinio col giudizio d’Aristotele; tanto più che quegli altrove interpreta la greca voce ἦθος (in plurale ἤθη) dell’espressione, così scrivendo del pittor Aristide: Is omnium primus animum pin-
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- ↑ Egli dipinse un Cupido coronato di sole nel tempio di Venere in Atene, menzionato dallo Scoliaste d’Aristofane in Acharn. vers. 991. e da Cicerone De invent. lib. 2. princ. sappiamo, ch’egli superava tutti gli altri pittori di gran lunga nel dipingere figure di donne.
- ↑ Questo può dirsi delle passioni forti; ma una sensazione, o affetto piacevole, e moderato espresso anche sul volto non dovrebbe alterare le forme; e piuttosto deve rendere l’espressione più piacevole, e per conseguenza più bella.
- ↑ lib. 3. cap. 7.
- ↑ Reflex. sur quelq. chap. du 35. livre de Pline, iiI. part. Caract. des peintr. grecs, Acad. des Inscript. Tom. XXV. Mém. p. 195.