Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
presso i Greci, e loro Pittura. | 17 |
ta, cui si avvicina pure nella durezza. Un’altra Diana di simil pietra è nella villa Albani, restaurata però nella metà inferiore. La più grande ftatua d’alabastro a me nota è un torso armato, scolpito con tutta la maestria, il quale è stato trasportato a sant’Idelfonso in Ispagna col museo Odescalchi: anch’esso ha la testa, le braccia, e le gambe di bronzo indorato, lavoro d’un recente artefice, che pretese rappresentarvi un Giulio Cesare. Nè alcun qui mi rammenti la grande statua sedente di bianco alabastro di Tebe nella villa Albani, di cui ho parlato nel Libro iI.1: essa è lavoro egiziano, ed io qui sol tratto de’ greci.
§. 18. Alle figure appartengono gli Ermi, e i busti. Quattro Ermi della grandezza ordinaria lavorati in alabastro fiorito, con teste antiche di marmo giallo, adornano la villa Albani, e son questi i soli ch’io abbia veduti. De’ busti o, a parlare più esattamente, de’ panneggiamenti del busto, o petti se ne vedono cinque nel museo Capitolino; quei d’Adriano, di Sabina, di Settimio Severo fono in alabastro agatino; e in alabastro fiorito son quei di Giulio Cesare, di Faustina maggiore, ed un altro d’alabastro più grossolano, fu cui è stata adattata la testa di Pescennio Nigro. Tredici petti di quella specie di marmo stanno nella villa Albani, tre de’ quali son di grandezza naturale, e due di quelli son di quell’alabastro che, per la somiglianza che ha colla mela cotogna quando è cotta, chiamasi cotognino: di simil pietra è il mentovato torso di s. Idelfonso. Il terzo petto, come pur gli altri dieci minori del naturale, son d’alabastro agatino. Un consimile petto con testa muliebre vedesi nella casa del marchese Patrizi-Montorio2.
Tom. II. | C | §. 19. I gre- |