Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/229


d a i   s u o i   p r i n c i p j   ec. 223

lebre, sebbene di lui rammemori più monumenti in bronzo che in marmo. Volendo giudicare secondo l’ordine ch’egli tiene nel ragguaglio che ce ne dà, pare che l’Apollo Sauroctono [...suo Apollo Sauroctono] fosse di bronzo. Ivi Apollo era probabilmente rappresentato da pastore, mentre serviva il re di Tessaglia Admeto, a ciò ridotto per avere ucciso colle sue frecce Sterope uno de’ ciclopi inservienti a Vulcano1; il che gli avvenne nella sua prima giovinezza2.

§. 15. Quando per tanto Plinio dice: fecit & puberem Apollinem subrepenti lacertæ cominus sagitta insidiantem3, a mio credere dee piuttosto leggersi impuberem; e v’ha di ciò più d’una ragione. La prima si è il vero significato della voce puber messo in confronto della figura d’Apollo. Puber significa un giovane che entra nell’adolescenza, in quell’età che si manifesta per la lanugine del mento e del pettignone; all’opposto impuber è colui nel quale non se ne scorge ancora nessun indizio4. Ora senz’ombra di pelo sono tutte le figure d’Apollo, sebben in alcune compiutamente formate siano le parti sessuali, come nell’Apollo di Belvedere. La ragione di ciò si è, perchè in lui e in altre divinità giovanili, si è sempre voluto rappresentare una perpetua adolescenza5, e la primavera della vita, siccome osservammo al Libro V.6. Quindi è che tutte le figure d’Apollo devono sempre chiamarsi impuberi. In secondo luogo, osservo


che


  1. Apollodoro Bibl. lib. 1. cap. 9. §. 15. pag. 46., Servio ad Æneid. lib. 6. v. 398., lib. 7. v. 761.
  2. Val. Flacc. Argon. lib. 1. v. 445. [Non dice di che età. Sappiamo all’opposto da Euripide nel prologo dell’Alceste, che Apollo non solamente aveva già avuto il figlio Esculapio, ma gli era anche stato ucciso da Giove.
  3. loc. cit. §. 10.
  4. Nella lingua latina, e presso i giureconsulti Instit. lib. I. tit. 22. princ., si dice impubere sino alli 14. anni, dopo si dice pubere; e pubere relativamente a questa età poteva dirsi Apollo, come dai greci scrittori, e tra gli altri nell’Antologia lib. 4. c. 12. n. 6. v. 1., e da Fornuto De nat. deor. cap. 2. è detto βούπαις fanciullo adulto: Puberem ætatem, scrive quest’autore, habet Apollo. Quotquot enim in ista ætate sunt, forma præditi sunt pulchriore quam ulla habeat ætas. Il puber in questo luogo può equivalere al viriliter puer, come dice lo stesso Plinio del Doriforo di Policleto lib. 34. c. 8. sect. 19. §. 2.
  5. Puer æternus è chiamato da Ovidio Metam. lib. 4. vers. 17.
  6. Capo I. §. 10. segg. pag. 294. segg.