Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
194 | Storia dell’Arte presso i Greci |
della Medea, in cui coronata fu quella del primo1, come nei seguenti giuochi olimpici si contese fra Dorieo e Rodo figliuolo del famoso Diagora, il quale riportò la corona. Ci assicura Plutarco che i Greci spesero di più per far rappresentare le Baccanti, la Fenissa, l’Edipo, l’Antigona, la Medea, e l’Elettra, che per difendere contro i barbari la propria libertà2. Tre anni dopo la rappresentazione della Medea comparve Eupoli colle sue commedie: nella stessa olimpiade Aristofane si fece un nome colle sue Vespe, e nella seguente, cioè nella lxxxviii., diede due altre commedie, vai a dire le Nuvole e gli Acarnesi.
[Allor fiorirono altri grandi artisti.]
§. 14. Al Cominciar della guerra peloponnesiaca l’arte produsse le opere più grandi, le più perfette, e le più rinomate, cioè il Giove Olimpico, a cui Fidia, dopo d’aver finita la Pallade, mise mano insieme allo scultore Colote3 allorché, costretto a lasciare Atene, portossi in Elide: amendue le statue eran, come dicemmo, d’oro e d’avorio, e sessanta cubiti aveano d’altezza4. Quando col tratto di tempo dilataronsi le commessure dell’avorio, riunille Damofonte, scultor mesienio, e riportonne dagli Eliesi un pubblico argomento di onore5. Plinio6 fissa all’olimpiade, in cui cominciò questa guerra, l’epoca nella quale maggiormente fiorirono i celebri scultori Policleto, Scopa, Pittagora, Ctesilao, e Mirone.
[Policleto. ]
§. 15. Policleto era un sublime poeta nell’arte sua, e cercò di superare nelle sue figure la bellezza della natura medesima: quindi la sua fantasia occupavasi principalmente di forme giovanili, onde sarà senza dubbio meglio riuscito ad esprimere la mollezza di un Bacco, o la fiorente gioventù
d’un |
- ↑ Epigr. gr. ap. Orvil. Anim. in Charit. lib. 3. cap. 3. pag. 387. Tom. iI.
- ↑ Bellone, an pace clarior. fuer.Athenien oper. Tom. iI. pag. 340.
- ↑ Plin. lib. 34. cap. 8. sect. 19. §. 27.
- ↑ La Minerva era di 26. solamente. Plin. lib. 36. cap. 5. sect. 4. §. 4.
- ↑ Paus. lib. 4. cap. 31. pag. 357.
- ↑ lib. 34. cap. 8. sect. 19.