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d a i   s u o i   p r i n c i p j   ec. 189

§. 7. Devesi a ciò il celebrato avanzamento delle arti sotto Pericle, simile a quello che ebbero nel loro rinascimento in Italia sotto Giulio II. e Leon X. Esse, a così dire, ad amendue le epoche trovaronsi in un terreno d’una fertilità inesauribile e ben coltivato, da cui l’industria ricava tutte le più nafcoste ricchezze. E’ vero che non può farsi un giusto paragone fra i tempi anteriori a Fidia, e quei che precederono Michelangelo e Raffaello; ma è certo almeno che sì in quelli che in questi l’arte avea tutta la purezza e la semplicità originale; e tanto più era suscettibile di miglioramento, quanto meno era dal cattivo gusto corrotta e depravata: nel che l’arte può rassomigliarsi all’educazione dell’uomo.

[Artisti di questo tempo.
Fidia.]
§. 8. Fidia, che eseguiva le grandi idee di Pericle1, fu il più grande degli artisti, e ’l suo nome esser dee sacro nella storia dell’arte, che per lui, pe’ suoi allievi, e pei suoi successori portata fu al più sublime grado di perfezione. Le più pregevoli fra le sue opere erano la statua di Pallade nel tempio di questa dea in Atene, e quella di Giove olimpico in Elide, amendue d’avorio e d’oro2. Di qual prezzo fosse la Pallade argomentar si può dall’oro impiegatovi, il quale, siccome ebbe a dire Pericle stesso in un’aringa agli Ateniesi, montò a quaranta talenti3, e ’l talento attico di que’ tempi valeva a un di presso 6oo. scudi romani. L’oro servì soltanto pel panneggiamento; poiché le parti ignude del corpo, come la testa, le mani, e i piedi, eran intagliate in avorio4.


§. 9. Al-


  1. Che era cioè il generale sopraintendente, e direttore delle opere ordinate da Pericle. Plutarco in Pericle, pag. 159. op. Tomo I. I pittori celebri impiegati in quel tempo sono Agatarco, e Seusi, il primo de’ quali era velocissimo nel dipingere, l’altro piuttosto lento. Plutarco loc. cit. riferisce, che Seusi si gloriava di questa sua lentezza, perchè diceva, che così le sue pitture erano più durevoli, e acquistavano coll’andar degli anni maggior bellezza. Aggiugne lo storico, che non ostante la prestezza, con cui furono eseguite le tante opere ordinate da Pericle, esse conservavano ancora a’ suoi giorni la primiera bellezza, e integrità. Ved. appresso al Capo iiI. §. 17.
  2. Plin. lib. 34. c. 8. sect. 19. §. 1. È lodato come celebre anche il suo Esculapio Epidaurio da Atenagora Legat. pro Christ. pag. 292.
  3. Thucyd. lib. 2. cap. 13. pag. 103.
  4. Tutti gli antichi scrittori greci e latini che di Fidia parlarono, Diodoro Bibl. hist. lib. 12. princ., Pausania l. 5. c. 15. p. 413. & alib., Strabone lib. 8. pag. 452. in fine, Plu-