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presso i Greci, e loro Pittura. 13

lo. Questo faceasi probabilmente, dopo che le s’era data la prima mano di pulimento colla pomice, per due motivi; cioè per meglio imitare la verità delle carni e del panno, e perchè si era osservato che le più finite e dilicate parti, quando fono soverchiamente lustrate, riflettono sì vivamente la luce che veder non si può il minuto lavoro, nè conoscere la diligenza dell’artista. Aggiungasi che, siccome chi lustra le statue non è mai lo scultore medesimo, facilmente dallo strofinamento ne fono corrosi e cancellati i più fini e forse i più significanti tratti1; e perciò alcuni antichi maestri ebbero la pazienza di ripassare l’intera statua, e tutta nuovamente ritoccarla collo scarpello, dopo che aveva avuta la prima mano di pulimento. Ciò non ostante la maggior parte delle statue, ben anche colossali, furono perfettamente lustrate, come si vede dai pezzi d’un preteso Apollo colossale del Campidoglio2. Così pulite sono, nelle parti almeno che rappresentano la carne, due teste colossali di Tritoni, e quelle pur colossali di Tito e di Trajano nella villa Albani. Pertanto il detto del filosofo Lacide3, che ricusò l’invito del re Attalo, „ perchè i re dovean essere guardati da lungi come le statue „, non deve di tutte intendersi, come non può applicarsi a tutt’i re: le mentovate opere sono lavorate con tanta delicatezza


B e sì


    se per le statue nuove a dar loro il lustro; o se per pulire le vecchie, e per ricoprirvi qualche difetto; come si usa da qualche moderno artista nei lavori di marmo, e di altre pietre generalmente.

  1. Cosi scrive l’Algarotti Lettere sopra la pittura, lett. 1. oper. Tom. VI. pag. 7. „ Si dolgono in Francia che ripulendosi, starei per dire con poca pulitezza, le statue di Puget, e di Girardon, che sono ne’ giardini di Versaglia, ne viene raschiato via l’epidermo, e quel fior di carne, onde pare si rammollisca il marmo„: e poi si lagna, che per ravvivare gli antichi quadri de’ gran maestri Tintoretto, Tiziano, ed altri „ne levino via le unioni, i velamenti, e quella patina tanto preziosa, che lega insensibilmente le tinte, le rende più soavi, e più morbide, e che solamente può dare alle pitture quel venerabile vecchio del tempo, che vi lavorava fu con pennelli finissimi, e con incredibile lentezza, siccome egli apparve allo Spettatore in quella sua visione pittoresca„.
  2. Fra le statue più lustrate possono vedersi anche in Campidoglio nel cortile del palazzo dei Conservatori quelle dei due prigionieri, delle quali già si è parlare nel Tomo I. pag. 426., e si riparlerà in appresso lib. XI. cap. 1. §. 17. Lo sono a segno che riflettono la luce come specchi.
  3. Presso Laerzio lib. 4. segm. 61.