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174 | Storia dell’Arte presso i Greci |
gli altri non avessero che navi di cinquanta remi, e senza coperta1. La reciproca gelosia di quelle due nazioni finì in una guerra aperta2, la quale però svanì quando Serfe invase la Grecia. Egina, che molta parte ebbe nella vittoria di Temistocle contro i Persi, ne riportò pure de’ considerevoli vantaggi, perocchè il ricco bottino fu colà trasportato e venduto; onde al riferire d’Erodoto3 ricchissima divenne. Si mantenne in fiore quest’isola sino all’olimpiade lxxxviii. in cui scacciati ne furono gli abitatori dagli Ateniesi perchè si erano alleati ai Lacedemoni. Gli Ateniesi allora mandarono colonie a popolar Egina, e gli Egineti andarono ad abitare nel paese argolico presso Tirea4. Ritornarono essi in seguito di tempo al possesso della loro patria, ma non risorsero mai alla primiera grandezza e possanza. Coloro i quali hanno vedute delle monete d’Egina, colla testa di Pallade da una parte, e dall’altra col tridente di Nettuno5, giudicar potranno se nel disegno di quella testa si scorga uno stile particolare dell’arte.
[Circostanze della Grecia infelici...]
§. 11. Dopo l’olimpiade l. cominciarono le calamità della Grecia, che da varj tiranni fu assoggettata, e durò quello per lei infelice tempo ben settant’anni. Policrate si fece padrone di Samo, Pisistrato d’Atene, e Cipselo fece passare al figlio Periandro il dominio di Corinto, sostenendo la sua autorità coll’allearsi e strignersi anche in vincolo di parentela con que’ potenti, che aveano saputo opprimere la libertà delle loro patrie Ambracia, Epidauro, e Lesbo. Di quest’isola eran tiranni Melancro e Pittaco, l’Eubea soggiaceva a Timonda, Ligdamide coll’appoggio di Pisistrato dominava in Nasso, e Patroclo nella città di Epidauro. Tutti però non erano giunti all’autorità suprema colla forza e colle armi: alcuni
v’era- |