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148 Progressi e Decadenza dell’Arte

sti. Così diffatti ragionò un autore superficiale1, il quale in una gemma incisa del museo Stoschiano2, ove rappresentasi Polissena figliuola di Priamo sagrificata da Pirro sulla tomba d’Achille suo genitore, s’immaginò di vedere effigiata Lucrezia, sebben ivi alcun indizio non siavi di violenza o di opposizione. Egli fondò la sua spiegazione sullo stile romano del lavoro di quella pietra, il quale stile, dic’egli, qui chiaramente si scorge: onde, mal ragionando, un’erronea conseguenza dedusse da un falso principio. La conseguenza medesima avrebb’egli inferita dal bel gruppo della villa Lodovisi conosciuto sotto il nome del giovane Papirio, ma che piuttosto rappresenta Elettra e Oreste, se ivi non si leggesse il nome del greco artista3.

§. 9. La seconda cagione di quest’errore nasce da una mal intesa venerazione, in cui si hanno le opere de’ greci artisti; imperciocchè, siccome anche di questi trovansi lavori mediocri, anzi che ad essi, se ne vuol dare a’ Romani il biasimo; e quindi tutto ciò che non è bello a questi s’attribuisce senza cercarne altra ragione. Non si può negare, che le monete de’ primi tempi della repubblica coniate in Roma, se si paragonino con quelle delle città anche minori della Magna-Grecia o dell’Italia inferiore, non sembrino lavoro di un popolo presso cui le arti nascano appena. Ebbi occasione di fare recentemente questa osservazione su alcune centinaja di monete romane d’argento, scoperte presso Loreto nel gennajo del 1758., che antichissimamente erano siate sotterrate in vaso di terra, ov’eransi perfettamente conservate; ed è probabile che tali monete, le quali denno riguardarsi come un pubblico monumento, siano state da’ romani


ar-


  1. Scarfò Lettera, nella quale vengono espressi. ec, pag. LXI.
  2. Descript. des pierr. grav. du Cab. de Stosch, cl. 3. sect. 3. num. 345. pag. 395., Monumenti antichi inediti, num. 144.
  3. Vegg. appresso libro XI. cap. iI. §. 29. e segg.