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presso i Greci e presso i Romani. | 145 |
Questo Alcamene però esser dovea un greco liberto della famiglia Lollia, onde non dee annoverarsi come scultore romano1. Vedesi presso Boissard2 una statua coll’epigrafe TITIVS FECIT. Non addurrò qui le pietre incise col nome de’ romani artisti, come Epoliano, Cajo, Gneo ec.
§. 6. Ma questi monumenti non bastano per formare un sistema dell’arte, e fissare uno stile diverso dall’etrusco e dal greco. E’ probabile che i romani artisti non abbiano, immaginato uno stile loro proprio, ma ne’ primi tempi abbiano imitati gli Etruschi, dai quali moltissime cose, principalmente d’uso sacro, adottarono; e ne’ tempi posteriori, sul fiorire delle arti, i pochi scultori che aveano, fossero scolari de’ Greci. Quando per tanto Orazio, parlando de’ Romani de’ giorni suoi, dice:
.......Pingimus, atque
Psallimus, & luctamur Achivis doctius unctis 3,
dobbiamo pensare ch’egli ciò scrivesse per adulare Augusto, a cui quell’epistola è diretta.
[Imitarono i lavori degli Etruschi...] §. 7. Che gli artisti romani nei tempi della repubblica abbiano imitati i lavori degli etruschi io veggiamo ad evidenza in un vaso di bronzo a forma di cilindro esistente nella galleria del collegio Romano. V’è sul coperchio il nome dell’artista, il quale, come ivi si legge, lo ha lavorato in Roma; altronde lo stile etrusco vi si scorge manifestamente non solo nel disegno di molte figure, ma eziandio nel totale della composizione e del vaso. E’ questo alto due palmi, e un palmo e mezzo ha di diametro4. In due fasce sotto l’orlo supe-
- ↑ L’aggiunto di decurione, e di duumviro, che vuol dire senatore, e magistrato (annuale, o per più anni secondo i luoghi) di qualche Municipio, come può vedersi presso Gottofredo al Cod. Theodos. lib. XII. tit. 1. in paratitlo, mi fa credere, che questo personaggio non fosse artista; ma che il monumento fosse lavorato in quell’anno, in cui fu magistrato, forse per simbolo di qualche suo fatto. Winkelmann, che riporta il basso-rilievo nei Monum. ant. ined. n. 186., e lo spiega nella Par. IV. cap. 6. pag. 243. crede Alcamene uno scultore non ostanti tali dignità.
- ↑ Antiq. & inscript. Par. iiI. fig. 132.
- ↑ lib. 2. epist. 1. vers. 32. 33.
- ↑ Il P. Contucci nel luogo da citarsi qui appresso, pag. 5. scrive, che è d’altezza palmi
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