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presso i Greci e presso i Romani. 143

gare questo monumento ho parlato dell’elmo, di cui non ho saputo allora trovar la spiegazione, non essendo Anfione punto guerriero, e mi contentai d’addurre altri esempi di figure con elmo, del quale non sapeasi la ragione, qual era una statua d’Apollo in Amicla di antichissimo lavoro. Or però mi lusingo d’aver trovata la ragione sì dell’elmo di Anfione, che della lira sua mezzo celata; e m’ha a ciò aperta la strada un passo degli antichi scolj greci sul Gorgia di Platone, che l’erudito Mureto trovò in un manuscritto della biblioteca già appartenente alla casa Farnese, e lo copiò sul suo Platone dell’edizione di Basilea, esistente ora nella biblioteca del collegio Romano1. Al leggere quelli scolj m’è venuto in pensiere, che ivi rappresentisi una scena dell’Antigona, tragedia d’Euripide.

§. 4. Che Anfione desse alla fine orecchio ai consigli del fratello, lo leggiamo in alcuni versi d’Orazio2, i quali non sono stati sinora ben intesi, ma che vengono rischiarati da ciò che dice lo Scoliaste; giacché Orazio qui senza dubbio avea di mira la mentovata tragedia. Calicle presso Platone3 volea persuader Socrate ad abbandonare le filosofiche meditazioni, e de’ pubblici negozj occuparsi, come Zeto rimproverava ad Anfione il suo amore per la musica, e l’allontanamento per ogn’altra occupazione; onde dopo varj ragionamenti così gli dice: „ sembra che io faccia teco quella parte che fa Zeto con Anfione presso Euripide (κιν-


δυνεύω


  1. Ben antico esser deve l’autore di questi scolj, poiché dice in un luogo che ancora a’ tempi suoi vedeasi il muro detto da Platone in Gorgia, oper. Tom. I. pag. 455. in fine, edit. Serrani, pag. 306. lin. 30. edit. Basil., διαμέσου τείχους [intergerino, sive medio muro ]; ed avvisa che tal muro era quello stesso, con cui Temistocle, o Pericle aveano congiunto il porto di Pireo al piccolo porto di Munichia. Meursio [ Piræus, ec. op. T. I. col, 541. segg. ] nell’indicare gli scrittori che parlano di Pireo, non aveva letto questo passo, che non avrebbe omesso, facendosi qui una particolar menzione di quel muro.
  2. lib. 1. epist. 18. vers. 40. seqq.:

    Nec cum venari volet ille poemata panges.
    Gratia sic fratrum geminorum Amphionis atque
    Zethi dissiluit: donec suspecta severo
    Conticuit lyra; fraternis cessisse putatur
    Moribus Amphion ...

  3. in Gorgia, op. Tom. I. pag. 485. E.