Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/122

116 Progressi e Decadenza dell’Arte

nella cui base vedeasi rappresentata collo stesso Giove sul cocchio del Sole1. Dessa fu che l’arco altiero delle di lui sovracciglia amorevolmente piegò nella forma che diffatti avea la figura originale dell’artista, e sul di lui maestoso sguardo parve versare la dolcezza e la beneficenza. Fu desa che assistita dalle sue sorelle, dalle dee delle stagioni e della beltà, coronò in Argo la testa di Giunone2 educata da quelle dee3: testa che dirsi poteva opera sua, perchè a lei somigliante, e perchè guidata avea la mano di Policleto in eseguirla. Essa l’innocente e coperto forrifo esprimea della Sosandra di Calamide, e nascondeasi con bella modestia sulla di lei fronte e negli occhi, e nella elegante semplicità del getto del di lei panneggiamento scherzava. Da essa ajutato e condotto il gran maestro della Niobe si sollevò alla regione delle idee incorporee, ed arrivò al segreto di unire sul medesimo volto le angosce di morte colla più sublime bellezza; e divenne creatore di que’ puri spiriti, e di quelle anime celesti, le quali senza punto muovere i sensi eccitano la mente a contemplare la perfetta bellezza. Quelle figure diffatti sembrano non essere state formate per le passioni, ma solo averle adottate.

[... or piacevole]

§. 16. Gli artisti dello stile bello accoppiarono colla prima la seconda Grazia; e come presso Omero Giunone prende il cinto di Venere per comparire più amabile agli occhi di Giove, così que’ gran maestri studiaronsi di accompagnare la beltà sublime con una grazia più sensibile, e di rendere il grandioso più gradito per mezzo di quella piacevolezza che ci previene. Questa Grazia piacevole si fè vedere a principio nella pittura, per cui alla scultura si comunicò. Il pittore Parrasio divenne per essa immortale: a lui primo


si pa-


  1. Paus. lib. 5. c. 11. pag. 403. princ.
  2. id. lib. 2. c. 17. pag. 148. lin. 20.
  3. idem lib. 2. c. 13. pag. 140. in fine.