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presso i Greci e presso i Romani. |
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stessa non si offre, ma vuol essere ricercata: e troppo sublime è l’esser suo per rendersi comunemente sensibile, poiché al dir di Platone1, la cosa suprema non ha immagine. Essa s’intertiene coi savj, ma ritrosa si mostra ed austera colla gente incolta e vile: nasconde le passioni dell’anima, perchè si avvicina alla tranquillità della natura divina, cui i grandi artisti, giusta l'espressione degli antichi scrittori, studiavano di rappresentarsi2. Quello però, che in essa austero sembra e inelegante, può rassomigliarsi alle frutta acri, le quali, secondo l’osservazione di Teofrasto3, d’ordinario più odorose sono che le dolci; e si sa altronde che penetrante esser deve e sensibile ciò che ha da muovere ed allettare. I Greci hanno paragonata la prima Grazia coll’armonia jonica, e la seconda colla dorica4; e noi potremmo rassomigliarle ai due diversi ordini d’architettura di quelle stesse nazioni.
§. 15. Il padre de’ poeti Omero5 conobbe quella Grazia, che s’introduce ne’ lavori dell’arte, e la rappresentò sotto la figura della bella e leggermente vestita Aglaja o Talia, consorte di Vulcano6, che perciò gli vien data per compagna di lavoro7 nella creazione della divina Pandora8. La Grazia è questa, che Pallade versò sovra Ulisse9, e di cui cantò il sublime Pindaro10. A lei si consecrarono gli artisti dello stile sublime: guidò essa lo scarpello di Fidia nella formazione del Giove olimpico,
- ↑ in Polit. op. Tom. iI. pag. 286. princ. Τοῖς δ᾽ αὖ μεγίστοις οὖσι καὶ τιμιωτάτοις οὐκ ἔστιν εἴδωλον οὐδὲν πρὸς τοὺς ἀνθρώπους. [ Rerum porro illarum, quorum maxima & gravissima sunt momenta, nulla est tam efficaciter expressa imago, ad hominum sensum cæptumque efformata.
- ↑ Plato De Republ. lib. 2. oper. Tom. iI. pag. 377. E. [Riprende i poeti, e i pittori, che rappresentavano la divinità con tutt’altri attributi da quelli, che le convenivano.
- ↑ De caus. plant. lib. 6. cap. 22.
- ↑ V. Arist. De Republ. lib. 8. c. 7. [Tratta dell’armonia dorica e della frigia, e delle loro diverse qualità.
- ↑ Iliad. lib. 18. vers. 382.
- ↑ ibid. vers. 383.
- ↑ Plato in Polit. op. Tom. iI. p. 274. C.
- ↑ Hesiod. Theogon. vers. 582.
- ↑ Hom. Odiss. lib. 8. vers. 18.
- ↑ Olymp. 1. vers. 9. [Parla del sole di mezzo giorno.