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presso i Greci e presso i Romani. 105

torni robusti e decisi, ancorché un po’ duri. In egual modo nei tempi in cui l’arte s’avanzava a gran passi verso la sua perfezione sollevossi la tragedia per mezzo di uno stile consimile, cioè per quella espressione forte e grandiosa elocuzione, di cui seppe valersi Eschilo, onde dare della dignità ai suoi attori, ed alla verosimiglianza la forza del vero. L’arte oratoria medesima negli scritti di Gorgia, che ne fu l’inventore, aveva un non so che di poetico1.

$. 24. Notisi qui il giudizio d’un ignorante pittore, che volle farsi anche autore e scrittore come du Fresnoy, secondo il quale opere antiche devono chiamarsi quelle che furono fatte tra i tempi d’Alessandro il Grande e quei di Foca2. Egli erra sì nel fissare il principio che nel determinare il fine dell’epoca; poiché noi abbiamo de’ monumenti dell’arte (siccome già vedemmo, e sarà ancor più chiaramente dimostrato in appresso) anteriori ad Alessandro: altronde l’epoca delle arti del disegno finisce prima di Costantino. Egualmente falsa è l’opinione di coloro i quali, col Montfaucon3, credono che non esista più alcun lavoro di greco scarpello, se non de’ tempi ne’ quali i Greci soggiaceano ai Romani.

  1. Arist. Rhet. lib. 3. c. 1. [ Vedi appresso lib. IX. capo I. §. 18.
  2. Des Piles Remarques sur l’art de la peint. de du Fresnoy, pag. 105.
  3. Ant. expl. Tom. iiI. liv. 1. c. 1. num. 5. [ Dice che pochi monumenti di quelli esistono in paragone degli altri fatti appresso.
Tom. II. O Ca-