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98 | Progressi e Decadenza dell’Arte |
§. 14. Per ciò che spetta all’esecuzione, è qui da osservarsi che più presto appresero gli artisti a ben ornare che a rappresentare la bellezza; e ne abbiamo un esempio nella mentovata Pallade della villa Albani, in cui basse e volgari sono le sembianze, laddove la veste n’è lavorata coll’ultima finezza. Questo volle forse dir Cicerone, allorché parlando di certe figure d’avorio dell’isola di Malta rappresentanti la Vittoria, dice che antichissime erano, ma con tutta l’arte lavorate1. Sembra essere avvenuto alla scultura ciò che narra Aristotele della tragedia, in cui molto prima s’era perfezionata l’espressione e l’elocuzione, che la traccia e lo scopo.
§. 15. Può farsi quella medesima osservazione pe’ tempi a noi più vicini, ne’ quali i predecessori de’ nostri grandi artisti, comechè assai lontani dal rappresentare il vero bello, pur con grandissima pazienza finivano le opere loro; anzi gli stessi Michelangelo e Raffaello, secondo l’avviso di un poeta inglese2, immaginavano con fuoco, e con flemma eseguivano. Si scorge singolarmente la grande uniformità d’un lavoro finissimo nelle opere di que’ tempi che precederono la cognizione del bello, e nominatamente in diversi depositi lavorati da Sansovino3 e da altri scultori al principio del secolo XVI. Ivi assai mediocri sono le figure, ma gli ornati son tali, che potrebbono servir di modello ai nostri artisti, e stare al confronto degli antichi lavori.
§. 16. Ecco in breve gl’indizj e’l carattere dello stile antico. Il disegno era energico, ma duro, forte, e senza grazia; onde la troppo forte espressione facea torto alla bellezza. Ma siccome l’arte era allora unicamente consacrata agli dei ed agli eroi, le cui lodi, diceva Orazio, su molle e dolce lira cantar non conviene, così per mezzo della du-
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