Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/100

94 Progressi e Decadenza dell’Arte

di bronzo, alquanto maggiori della grandezza naturale nel museo d’Ercolano, sono state prese per figure virili1.

§. 9. Chechè ne sia però, il rovescio di quelle monete può dirli elegante, non solo per la distinta impressione, ma eziandio pel disegno della figura. Ma tanta differenza vi passa tra’l disegnare in piccolo e’l disegnare in grande, che da quello a questo non si può tirare una giusta e sicura conseguenza, essendo molto più facil cosa di ben disegnare una figura intera di circa un pollice che una sola, testa d’egual grandezza2. E’ pure da osservarsi che nelle forme della mentovata testa si ravvisano le proprietà degli stili egiziano ed etrusco, il che serve a confermare quanto ne’ precedenti Libri dicemmo della somiglianza delle figure ne’ primi tempi dell’arte presso i popoli che le fecero fiorire.

[...e ne’ marmi.] §. 10. Da’ lavori in bronzo passiamo ai marmi. Deggio quì prevenire che nell’apportare esempi di antichi monumenti in prova delle mie asserzioni, di que’ soli mi servirò che ho io stesso avuti sott’occhio ed esaminati; ben sapendo che avviene dei disegni come dei racconti, ai quali ogni bocca per cui passano la qualche aggiunta.


§. II. La


  1. Come Winkelmann alla pag. 45. qui avanti ha presa per testa d’Apollo la testa di bronzo nella galleria del Collegio romano, che a me, e ad altri pare piuttosto feminile.
  2. Chi sa ben contornare una figura in piccolo, lo saprà anche in grande, dovendosi in amendue i casi camminare sugli stessi principi e seguitar le stesse regole. Ma poichè nelle piccole figure perdonsi molti lineamenti, che hanno luogo nelle grandi, nelle quali in oltre le proporzioni e i rapporti pigliar si debbono in ispazj più estesi, che l’occhio non arriva a comprendere sotto uno sguardo solo, da ciò deriva, a mio avviso, la maggiore difficoltà d’eseguire in grande, che non in ristretto, l’opera medesima. Altre ragioni ancora danno gli artisti; e perciò secondo le regole dell’arte s’insegna a disegnare, e a modellare in grande per poi lavorare in piccolo i non mai all’opposto. Altrimenti si potrebbe dire, che ogni buon miniatore, o cesellatore sapesse dipingere, e scolpire in grande ugualmente, il che non riesce; come più facilmente riesce lavorare anche in piccolo a chi fa lavorare in grande. ] Chechè ne sia però, io non potrò giammai indurmi a credere che la testa di Proserpina nel diritto delle riportate medaglie sia riuscita sì rozza e dura per mancanza di scienza od arte nel suo autore, il quale seppe sì bene eseguire il rovescio. Nel disegnar quella testa avrà egli probabilmente preso il modello di qualche antichissima figura della dea venerata dai Siracusani. Essendo duro e forte l’originale, dura e forte avrà dovuto esserne pur la copia. La stessa ragione può servire a spiegar la differenza, rispetto tal disegno, sensibilissima, che in varie antiche medaglie passa fra l’impronto del diritto e quello del rovescio.