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mento delle figure. Proseguì allora ad estendere le sue ricerche e ’1 suo esame su altri monumenti, intorno ai quali poteva altresì brillare per l’erudizione.
Viveva in Francia a que’ dì un uomo immortale, il quale studiava le antiche cose colle medesime mire. Era questi il sig. conte di Caylus, che aveva altronde sulle belle arti delle cognizioni più esatte e più profonde, essendo un abile artista egli stesso, valente nel disegnare e nell’incidere; onde i suoi scritti sono per questa parte preferibili a tutti gli altri. Winkelmann, che tali abilità non avea, fu però superiore a lui per una erudizione classica, e per avere studiate principalmente le opere grandi che in Roma avea sott’occhio, mentre il conte di Caylus non potè occuparsi che di piccoli lavori, che nella sua Collezione ha sì maestrevolmente rischiarati.
E questa classica erudizione, che tanto distingue Winkelmann dagli altri antiquarj, quella fu che atto lo rendè a scrivere la Storia delle Arti del Disegno. Egli vagò lungamente col pensiere prima di fissare le sue idee; né prese una determinazione se non dopo molte ricerche, siccome appare dalle sue lettere. Cominciò a progettare un trattato fui gusto degli antichi artisti; quindi volea descrivere le gallerie di Roma e dell’Italia; poscia le statue di Belvedere; indi trattar del depravamento del gusto nell’arte, del restauramento delle statue, e d’una sposizione de’ più oscuri tratti della mitologia.
Tutte queste sue idee portaronlo a scrivere la Storia delle Arti del Disegno, e i Monumenti antichi inediti. E sebbene in quella si desideri generalmente un certo ordine e una chiarezza maggiore nel piano e nella distribuzione delle parti e di tutti gli oggetti de’ quali vi si prende a trattare; ciò
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