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a vedere, che essa vuole un elogio in cui si consideri principalmente quanto Winkelmann siasi avanzato in tale studio, e quanto co’ proprj lumi abbia egli influito su i suoi contemporanei. Preso in questo punto di vista l’elogio può divenir istruttivo e importante per lo studio della antichità in tutta la sua estensione, studio di cui poco sinora si sono occupati i dotti; e perciò non hanno abbastanza esaminato quale sia lo scopo di questa scienza, quali progressi abbia fatti, e quali a far le restino ancora. Io mi propongo per tanto di seguire l’ingiunta legge, e di presentare Winkelmann come indagator profondo delle vetuste cose, e come un erudito conoscitore dell’arte antica. Non prenderò il volo d’un panegirista, poichè non curo di solleticar le orecchie, e ricerco l’utile anzichè il dilettevole.

Lo studio delle antichità, e principalmente quello che è diretto a ben conoscere e giustamente apprezzare gli antichi monumenti dell’arte, richiede molte previe cognizioni, una viva e al tempo stesso regolata immaginazione, e tali circostanze esterne, che ben di raro in un solo individuo trovansi raccolte. Come il naturalista deve ben conoscere e classificare tutt’i corpi, e l’uom di lettere tutti con ordine esaminare i libri spettanti alla scienza a cui principalmente si dedica, così l’antiquario aver deve una perfetta notizia dei monumenti antichi, che a noi pervennero; dee tutti quasi in serie disporli giusta il loro respettivo pregio, e con sagacità esaminare le circostanze d’ognuno, giudicar dell’arte, determinarne l’età, il merito, e ’l valore. E quanta erudizione tutto ciò non richiede! Uopo è ch’egli sappia con esattezza le antiche storie, la greca principalmente e la romana; e nulla deve ignorare di ciò che risguarda i secoli vetustissimi, le opinioni ed i costumi de’ tem-


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