Winkelmann era infaticabile1. Mentre scriveva la sua Allegoria compose altre opericciuole, e lavorava frattanto a perfezionare la sua Storia. Intraprese di pubblicare quegli antichi monumenti dell’arte, i quali non erano stati dati alla luce né dal Boissard, né dal Montfaucon, né da altri2, e compose per essi un’opera in due volumi in foglio che contiene 226. tavole in rame, intitolata Monumenti antichi inediti3. Egli scrisse quell’opera in italiano, come scritta aveva in francese la Descrizione delle gemme incise del Museo Stoschiano4. Pensava a pubblicare la terza parte de’ Monumenti antichi inediti, e doveane già aver apparecchiati molti disegni, ma essi si sono smarriti, o ignoriamo almeno in quali mani si trovino5.
- ↑ Anche a noi fa meraviglia, come al signor Huber pag. LXXX., che tanto abbia potuto scrivere il nostro Autore in così pochi anni che stette in Roma; considerando la moltiplicità delle relazioni, che aveva in essa, e fuori; e quindi il carteggio non indifferente; le distrazioni dei varj suoi impieghi, e il tempo, che perdeva coi principi, ed altri forestieri d’alto rango, giacché per altri non si voleva incomodare, per far loro da antiquario. Questo prova, che l’attività del suo spirito era grande.
- ↑ E molti, che già erano stati pubblicati, per illustrarli in una nuova maniera, come avvisa nella sua prefazione. Di alcuni, veramente con troppa franchezza, affermò essere inediti; in quella guisa che lo hanno pure creduto di altri, e lo credono alla giornata non pochi antiquarj, che non possono veder tutto, e tutto leggere. Di questa franchezza, o se vogliam dirla buona fede, di Winkelmann, ce ne ha dato una prova monsignor Foggini nel quarto volume del Museo Capitolino pag. 67. tav. 16., ove osserva che l'Archigallo, di cui egli dà il rame al num. 8. di questi Monumenti, come non ancor pubblicato, era già stato illustrato da monsignor Giorgi in una dissertazione stampata in Roma nel 1717., ripetuta dal Muratori nel nuovo suo tesoro delle iscrizioni Tom. I. pag. CCVII., come si vedrà meglio nell’Opera lib. IV. cap. iI. §. 31. Lo stesso monsignor Foggini se loda bene spesso nel detto volume le esposizioni di Winkelmann, ha trovato anche più volte materia da riprendervi.
- ↑ Quell’opera e pregevole per la profonda erudizione dell’Autore nello spiegare i monumenti antichi, che sinora erano stati sconosciuti, o mal’intesi. La prima parte contiene le tavole in rame, alle quali è premesso un Trattato preliminare, che altro non è che un lungo estratto della Storia delle Anrti del Disegno. La seconda contiene le spiegazioni de’ monumenti medesimi, delle quali parecchie ne ha inserito l’Autore in questa Storia. Quell’opera sarebbe ancor più pregevole se l’Autore non l’avesse fcritta in una lingua a lui straniera. [ Scrivendo in ella a vantaggio degl’italiani principalmente, come lo avverte anche Huber alla pag. CX., dovea scriverla in nostra lingua. Egli la sapeva, ma non tanto da scrivervi un’opera di tanta importanza. Però la distese come seppe il meglio; e per correggerla fsi raccomandò a varj amici, e tra gli altri all’abate Pirmei toscano, di cui ebbe perciò memoria in sua morte, come si vedrà in appresso, il quale la ridusse al suo stile, che appunto è quello, in cui ora la leggiamo.
- ↑ Conoscendo l’Autore, che scriveva quell’opera in una lingua, che non era la sua, protestò nella citata prefazione alla medesima pag. XXVIIII., che in essa aveva scritto per condiscendere alle premure altrui.
- ↑ Alcune delle figure destinate alla terza parte de' Monumenti pubblichiamo noi in questa edizione, essendocene stati generosamente mandati i disegni da Sua Eminenza il sig. card. Alessandro Albani, cavati dal vero da quelle antiche opere che ha nella famosa sua villa.