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d e g l i   E d i t o r i   V i e n n e s i . lj

Roma dall’Accademia d’Antiquaria, che a suo Presidente lo elesse1. Molte altre società letterarie d’Italia, avendone conosciuto il merito, si pregiarono d’annoverarlo fra i loro membri2.

Pubblicò finalmente nel 1764. la sua Storia delle Arti del Disegno; ed essendo egli tedesco mandolla alla Germania, come i Greci spedivano ad Atene i trofei conquistati oltre l'Ellesponto3. Ma appena ebbela pubblicata che tosto ne fu malcontento, e cominciò a migliorarla. Impresse poco dopo delle addizioni considerevoli alla Storia4, e molto in seguito pur v’accrebbe, onde risultonne la presente edizione.

II suo Saggio di un'allegoria per l’arte, sebben’opera sia di molta fatica, pur non ebbe tant’applauso quanto la sua Storia. Ciò non ostante quel libro dee considerarsi come un tesoro d’erudizione, di viste felici, necessario agli antiquarj, e certamente non inutile agli artisti.


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    contribuire alle spese necessarie per tentare con cento lavoratori uno scavo nello Stadio d’Olimpia. Cosi egli scriveva al signor Heyne nel mese di gennajo 1768., in lettera riferita da Huber alla pag. CXXVI. Sento che avesse già da qualche tempo prima avute da diversi sovrani, e persone potenti delle esibizioni di molte migliaja di scudi per questo effetto. La spesa in fatti sarebbe stata grandissima per il numero de’ cavatori, della gente, che in gran numero lo avrebbe accompagnato, dei cento giannizzeri, che lo avrebbero difeso, e per li attrezzi necessarj.

  1. In Roma non c’è quest’Accademia d’Antiquaria, pubblica; e il Presidente delle Antichità lo elegge il Sommo Pontefice. Huber alla pag. LXXXI. sovracitata non intendendo, o non badando ai termini usati da Winkelmann in una lettera, lo fa Presidente delle Antichità del Vaticano; carica che non esiste. Parla il nostro Autore dell’impiego di Scrittore nella biblioteca Vaticana, che ottenne alli 5. del mese di settembre dell’anno 1765. per mezzo del lodato card. Albani, che ne era il gran bibliotecario, e poi rinunziò un anno prima di morire, per essere più libero. In un’altra lettera del signor d’Erdmannsdorf riportata anche da Huber p. CXL., vien detto Presidente delle Antichità del Campidoglio; ma il Custode del Museo Capitolino, che cosi li chiama, l;a una carica affatto diversa, e ristretta al medesimo. Winkelmann ebbe la carica di Presidente, o Prefetto, che è lo stesso, delle Antichità li 11, aprile 1763.
  2. Era socio dell’Accademia di Cortona, di quella di Gottinga, e della Società Reale Antiquaria di Londra.
  3. Non solo questa, ma anche le altre opere, fuorché la Descrizione delle gemme incise del Museo Stoschiano, e i Monumenti antichi inediti, furono scritte da Winkelmann in lingua tedesca, essendo quella, in cui propriamente sapeva scrivere, come pare ch’egli confessi nella prefazione al citato Museo di Stosch pag. XXVIII., e in una lettera al sgnor Ferronce, di cui si parlerà in appresso; e perciò doveva mandarle in Germania, affinchè colà fossero stampate, e lette con piacere da più persone. In una lettera dei 10. luglio 1761. al sig. Bianconi tra i suoi manoscritti nella biblioteca dell’eccellent. casa Albani, dice che sperava di far imprimere in Zurigo la sua Storia dell’Arte; ma poi mutato pensiere la mandò in Dresda.
  4. Anmerkunghen uber die Geschichte der Kunst des Alterthums; cioè: Osservazioni sulla Storia dell’Arte presso gli antichi. Dresda 1767. in 4.